Responsabilità è il termine più diffuso di questa crisi. Tutti l’hanno invocata perché altri se ne facessero carico. Quanti autorevoli richiami ad assumersi la propria responsabilità, caduti nel nulla. Forse dovremmo pensare che il senso di responsabilità non ha un valore assoluto, come si potrebbe credere, ma del tutto relativo. Perciò, una responsabilità deresponsabilizzata può sicuramente assolvere, a quell’obbligo di severo e aulico rispetto civico per cui viene invocata.
Ascoltando le dichiarazioni dei gruppi politici in Parlamento, ognuno si è espresso secondo il proprio senso di responsabilità. I 5 Stelle, che si oppongono a Draghi, reo di non rispondere alle loro richieste, non hanno votato la fiducia per senso di responsabilità. La Lega, in maggioranza per senso di responsabilità, scalpita perchè c’è chi deroga dalle proprie responsabilità. Forza Italia che, per senso di responsabilità non accetta più che si continui a traccheggiare. Tutti leali comunque, perché la responsabilità alla fine, è sempre di qualcun altro.
Cosa accadrà? Credo che questa volta non basteranno i vaffa e si prospettano scenari davvero cupi. L’Italia che con Draghi aveva riacquistato prestigio a livello internazionale è ripiombata nelle melme di un indistinto, generale discredito. Pensare a qualcuno che, meglio di Draghi, possa essere in grado di superare le svariate e allarmanti difficoltà che ci aspettano è utopia, pur con la speranza di essere contraddetto. Difficile per la politica di questo Paese, riscattarsi dai livelli che ha esibito questi giorni nelle aule parlamentari, con decantata pochezza.
Non voglio addentrarmi in analisi che richiedono visioni più fredde e stati d’animo meno turbati e perciò mi limito a cogliere alcuni spunti su cui riflettere. C’è un dato positivo che questa triste vicenda ci consegna ed è la presa di posizione di varie categorie economiche, sociali, artistico-culturali a favore di Draghi, delle sue competenze e della sua riconosciuta stima a livello internazionale. A tutti avrebbe fatto comodo avere un Draghi, come Presidente del Consiglio, ma noi abbiamo deciso di farne a meno. Mai era successo che la società civile si schierasse in modo così manifesto in difesa di un’alta carica istituzionale. E’ un segnale incoraggiante che viene da quella parte del Paese che ha preso le distanze dalla politica partitica, ma che crede nell’Italia e si batte quotidianamente, operando con profitto, per tenerne alto il nome.
C’è bisogno di una forte presa di coscienza, che chiami alla mobilitazione delle forze sane del Paese, perché le condizioni al contorno lo reclamano. E’ solo l’irresponsabilità e l’incoscienza di chi ha fatto in modo che si arrivasse a questa crisi o poco o nulla ha fatto per impedirla, che possono minimizzare la gravità della terribile contingenza in cui ci troviamo. Il Covid, il clima, la siccità, la guerra, la dipendenza energetica e i rischi potenziali connessi, costituiscono gli ingredienti di uno scenario davvero inquietante. Giudizio evidentemente non condiviso da quei politici che, da questa situazione pensano di lucrare qualche consenso in più, puntando come sempre sulla scarsa memoria dell’elettorato. I partiti che oggi hanno causato la crisi sono quelli che fino a qualche
mese fa, quando si trattava di eleggere il Presidente della Repubblica, decisero di non votare Draghi, ritenendo che la Presidenza del Consiglio non potesse privarsi delle sue competenze.
Allora questo è un tempo di grande responsabilità, in cui bisognerà fare grandi sforzi per cercare di tenere in piedi le sorti di questo Paese, con un rinnovamento della classe politica che possa ridare fiducia agli italiani. E’ tempo di agire e di far conoscere le nostre idee, di incontrare la gente e dissuaderla dalla tentazione di inutilità del voto, di sfiducia nella possibilità di cambiamento e, di rimuovere quella rassegnazione che è il primo male contro cui dobbiamo combattere e contrastare efficacemente perché non prenda il sopravvento.
Muoviamoci, con lucidità ed efficacia ma soprattutto con intelligenza e coraggio INSIEME.
Adalberto Notarpietro

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