Comprendo bene ciò che scrive il prof. Zamagni ( CLICCA QUI ). Capisco e lo sperimentiamo spesso, che il confine tra il centro-sinistra ed il centro-destra è labile, se riferito a temi e Valori, perché sembra spesso che a livello di strategie politiche, se esse esistono come teorica definizione, il limite è strattonato da due squadre contrapposte come nel tiro di una corda.
Sono poi le persone che trasmettono i messaggi politici. Più è elevato lo spessore del personaggio, più forse si riconosce un “chiaro pensiero”, comunque coperto da quell’alea di scarsa credibilità che oggi tutta l’azione politica tradizionale si porta dietro come fardello, da quando i partiti hanno puntato più sulla comunicazione “percepita”, che non sulla realtà ed i valori testimoniati. L’altra colpa sta in quel pubblico spesso da stadio che alimenta da spettatore questo teatrino, in una platea dove gli assenteisti, i delusi, i provati dalle difficoltà guardano al teatro del dramma quotidiano della sfiducia, della resa nei riguardi dei Valori, del senso di Stato, del credere che lo Stato sia a costruire e difendere con leggi e istituzioni, la giustizia, la correttezza, l’applicazione imparziale di regole.
Possiamo proporci e cercare di esprimere un nuovo partito, come scrive Stefano Zamagni, per creare “credibilità”. Nuova e vissuta con una nuova e diversa dialettica “inclusiva”, ma forte di un proprio carattere e non mediatrice a priori solo perché ciò appare più conveniente.
Alberto Berger
Immagine utilizzata: Pixabay