A Giorgia Meloni è stata attribuita la seguente dichiarazione: al Quirinale un Presidente che rappresenti il centrodestra.

In poche parole, tanto da chiarire. Partiamo, intanto, dalla constatazione che il centrodestra non esiste. O meglio, se fossimo in un paese serio, stando a quello che vediamo, dovremmo riconoscere che esiste solo una sommatoria di ambizioni di potere in cui si riuniscono partiti e leader che continuano con una litania sull’unità pressoché quotidianamente smentita.

Intanto, Berlusconi e Salvini stanno nel Governo Draghi in modo diverso. Sono profondamente divisi sulla visione europeista giacché il primo sta nella maggioranza Ursula e il secondo non si è ancora capito bene di quale gruppo antieuropeista faccia parte perché un giorno organizza riunioni con alcuni e il giorno dopo con altri. Compagini tutte comunque ultra nazionaliste e conservatrici. I due la pensano diversamente su un’ampia gamma di questioni interne mentre Fratelli d’Italia è più coerentemente all’opposizione in Europa e, allo stesso modo, nel Parlamento italiano.

Secondo: contrariamente a quanto ha dichiarato in precedenza, è un evidente come quello della Meloni sia un intervento d’interdizione della possibile salita a Quirinale di Mario Draghi. L’attuale Presidente del consiglio, infatti, non potrà mai accettare di essere l’espressione di una maggioranza destinata ad essere di parte, oltre che risicata, ma soprattutto di parte.

Terzo: ma chi glielo ha detto a Giorgia Meloni che la maggioranza dei parlamentari, quelli che concretamente andranno a votare in seduta congiunta Camera Senato, siano di centrodestra. Stando ai voti reali, in realtà, è tutto da vedere.

La situazione del Paese, la dissoluzione del quadro politico, la pandemia che torna a mordere, il Pnrr da portare a compimento, dunque, dovrebbero portare all’espressione di un Presidente davvero di unità e non di divisione.

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