In questo 2024, quando circa la metà della popolazione mondiale si recherà alle urne in numerose aree del mondo, tra cui Europa, Usa ed India, il rapporto annuale World Press Freedom Index pubblicato da Reporter Senza Frontiere (RSF) denuncia un generale declino generale della libertà di stampa  e un forte aumento della repressione politica dei giornalisti e dei media indipendenti.

Il rapporto giunge a poca distanza dalle denunce provenienti dall’organizzazione tedesca Civil Liberties Union for Europe che ha denunciato i rischi che la libertà d’informazione sta correndo in Europa (CLICCA QUI).

Il rapporto sottolinea il crescente aumento degli attacchi politici alla libertà di stampa, la detenzione di giornalisti, la soppressione degli organi d’informazione indipendenti.

La denuncia riguarda in particolare le regioni del Maghreb e del Medio Oriente dove si registrano gli interventi dei governi per restringere la libertà di stampa da parte delle forze governative non esitando ad usare la violenza e gli arresti assicurando la piena impunità dei responsabili.

Segnalate le uccisioni, solo dallo scorso ottobre, di oltre 100 giornalisti e cineoperatori palestinesi a Gaza.

RSF afferma che, dall’ottobre 2023, più di 100 reporter palestinesi sono stati uccisi a Gaza, di cui almeno 22 nel corso del loro lavoro.

Altri giornalisti hanno perso la vita in Sudan. Ma è segnalato il peggioramento della situazione anche in Siria, in Giordania, Turchia e Libano.

Secondo il rapporto i paesi che hanno imprigionato il più alto numero di giornalisti o operatori dei media sono Israele, Arabia Saudita, Siria e Iran.

Sotto accusa sono, però, anche altri paesi dell’America Latina, in particolare l’Argentina dove il nuovo Presidente Milei ha chiuso la principale agenzia giornalistica del paese, ma anche Peù e San Salvador. Denunciati anche i crescenti attacchi contro i media registrati negli Stati Uniti da parte di funzionari pubblici e le minacce crescenti di applicare il carcere ai giornalisti in caso di loro violazioni, vere o presunte che siano.

In Africa, vi sono paesi, come la Nigeria e il Madagascar, dove gli organi si stampa sono costantemente minacciati, mentre nel il Burkina Faso sono state chiuse dozzine di testate giornalistiche straniere per aver scritto si di un presunto massacro di centinaia di civili condotto dall’esercito.

In Russia più di 1.500 giornalisti russi sono fuggiti all’estero dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022.

 

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