La signora Letizia Moratti, a suo tempo Presidente della Rai, ha chiesto che un pezzo dell’azienda radio televisiva che assicura, o dovrebbe assicurare, il Servizio pubblico venga trasferito a Milano perché là “c’è una grande vocazione per l’informazione”. La polemica torna ad essere nuovamente quella che si sviluppa da decenni lungo l’asse Roma Milano, le due città che si sono sempre contese il “dominio” della Rai, o di suoi pezzi.

E’ fin troppo facile ricordare che, in realtà, è il Paese intero ad attendersi una Rai migliore. Anche in considerazione del fatto che gli italiani pagano il Canone per mantenere l’Azienda pubblica di Viale Mazzini e, per alcuni aspetti, ritengono di non ricevere il servizio adeguato sia per quanto riguarda la qualità dei telegiornali, e dell’informazione in generale, sia per quella dei programmi di intrattenimento.

In realtà, la dichiarazione della signora Moratti s’inserisce nella battaglia locale amministrativa che vedrà impegnate in contemporanea le due principali città italiane in occasione del rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali. E’ ovvio che tutti i candidati milanesi sostengano la propria città e i romani la loro.

Di mezzo ci va una sbalestrata riflessione su una cosa molto seria qual è la Rai. C’è persino da chiedersi se a tutte le parti in campo non interessi alla fine solo quel sostantivo maschile utilizzato dalla signora Moratti: “pezzo” che sta anche a significare la spartizione che i partiti continuano a fare in uno degli ambiti più delicati del Paese, qual è la Rai che significa informazione e l’industria culturale più importante d’Italia.

Restiamo, dunque, a livello di battaglia di retroguardia. Quella, insomma, delle “salmerie” mentre, invece, tra le tante trasformazioni di cui abbiamo bisogno c’è sicuramente da mettere tra le prime cui porre le mani proprio una Rai che dovrebbe davvero essere, finalmente, restituita ai cittadini e agli spettatori. Da tempo abbiamo indicato la necessità che si parta dal suo assetto proprietario togliendo a partiti e Governo il potere decisionale che, purtroppo, dura da troppo tempo ( CLICCA QUI ).

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