Il mondo è inondato da immagini e testimonianze della guerra in corso in Ucraina dopo l’invasione russa. Stiamo vedendo di tutto. Scene che ci portano ossessivamente a dire: non ci saremmo mai aspettato di assistere ad una guerra nel cuore dell’Europa. Eppure, da anni vediamo quello che succede in tante zone del mondo dove la guerra continua imperterrita. Non certamente per caso e non perché sia un accidente.

A parte che la guerra nel cuore dell’Europa l’abbiamo già avuta quando esplose la terribile vicenda della dissoluzione della Juogoslavia, abbiamo sempre avuto tante occasioni per riflettere sulle ragioni dei tanti conflitti che coinvolgono aree del Medioriente, del Nord Africa, dell’Africa. Ma quella è televisione. Anche oggi il peso della guerra ci viene dalla televisione, ma è evidente quanto ci colpisca di più perché, in qualche modo, quella dell’Ucraina ci coinvolge più di tante di quelle che continuano quotidianamente a trascinarsi in questi stessi giorni, com’è nel caso dello scontro sanguinoso in corso in Etiopia.

Così, abbiamo un’occasione in più per riflettere su responsabilità e cause. E meglio sarebbe se ci fosse uno sforzo per superare ogni luogo comune e se si provasse ad andare al fondo di un ragionamento che, molte volte, deve indagare su antiche divisioni e disuguaglianze irrisolte.

Come dimostrano i tanti atti di eroismo, di solidarietà, di pietà umana, di cui pure le cronache ci raccontano in questi giorni, la guerra può paradossalmente diventare lezione di vita per far ritrovare il significato vero e più profondo della vita e far sì che, come ha detto un abitante della capitale dell’Ucraina ad un giornalista del The Guardian, le persone di Kiev “sono diventate più gentili”.

La guerra, assieme al peggio dell’essere umano, fa ritrovare anche il senso della solidarietà e della vicinanza.

Alessandro Di Severo

About Author