A Milano lo scorso 19 gennaio, con Mons.Simoni e Leonardo Becchetti, abbiamo dato il via alla serie di convegni regionali che hanno consentito di costruire il primo significativo impianto di una presenza territoriale articolata sull’intero territorio nazionale degli amici di “Politica Insieme”.
Milano è terra di confine e di cerniera tra l’ appartenenza dell’Italia al contesto continentale e la sua proiezione mediterranea. Funzione eminentemente e congiuntamente “nazionale” ed “europea” di una città che da tempo accoglie, nel suo tessuto urbano, importanti “comunità estere” ed ha, dunque, già sperimentato e vissuto significativi processi di integrazione multietnica.
Attitudine, quest’ultima, assolutamente preziosa, da esplorare a fondo e da coltivare, dal momento che anche Milano e’ inevitabilmente chiamata – come le altre grandi città europee, lo sappiano e lo accettino o meno – a sostenere – ed è questione di decenni, non certo di breve momento – la sfida della creazione di contesti civili multi-etnici, multi-culturali e multi-religiosi che sono inscritti ineluttabilmente nel nostro domani per quanto molti fingano di non averlo ancora compreso o addirittura davvero non siano in grado di capirlo.
Ora, a quasi un anno di distanza da quel primo appuntamento, sollecitati dal ruolo di leadership che Milano va, via via, incrementando, vorremmo riflettere in Lombardia – partendo dalla grande conurbazione ambrosiana, ma andando oltre – sul ruolo che, in funzione della costruzione europea, possono assumere in prospettiva le grandi citta’, come momento – piu’ di quanto non siano le stesse Regioni – di forte attestazione dell’ identita’ e della vocazione di un territorio.
Le “nazioni” non spariranno. La persistenza nel tempo di tutto ciò che è storicamente fondato e’ ben piu’ radicata di quanto non possano immaginare i “nuovisti” in servizio permanente ed effettivo. Eppure la loro incidenza è comunque destinata ad impallidire, nella misura in cui non solo i processi economico-produttivi, ma anche quelli sociali, culturali e scientifici della globalizzazione avvengono trascendendo e trascurando i loro confini.
Al contrario, le grandi città ed i loro hinterland sono luoghi di aggregazione in cui si condensano, anzi si fondono – in una dimensione territoriale ampia, eppure di contiguità – competenze consolidate e nuove professionalità, imprese ed università, tradizioni culturali e processi di innovazione, attitudini tecniche e creatività intellettuali, risorse morali e momenti di solidarietà che, nel loro insieme, possono produrre effetti di crescita superiori alla somma aritmetica dei singoli addendi.
Ogni grande città, al di qua ed al di là delle Alpi, finirà per incarnare un paradigma originale di convivenza civile destinato a valorizzare il pluralismo di cui è ricco il continente europeo; una rete di modelli differenti, concorrenti eppure convergenti di quel “neo-umanesimo” che dobbiamo saper elaborare.
Vale, dunque, la pena di esplorare da vicino le dinamiche della “citta'” come luogo privilegiato in cui, come sosteneva il Cardinal Martini, ognuno puo’ incontrare e riconoscere se stesso. A cominciare dai giovani, anzi dagli stessi bambini che devono crescere in un contesto che rende difficile ed arduo il processo di consolidamento della loro fisionomia personologica.
La stessa necessaria valorizzazione delle autonomie locali dovra’ trovare un punto di equilibrio tra Regioni e Città, in un’ottica di consolidamento di tutto ciò che – siano istituzioni o forme di aggregazione sociale – si interpone tra il “potere” ed il popolo sovrano.
Milano sollecita questa riflessione, ma certo non la esaurisce; se mai può darne una plastica ed emblematica rappresentazione, applicabile ad altri contesti metropolitani. Ce la farebbe, ad esempio, l’Italia a restare in Europa senza Milano? Senza ciò che in sé esprime la città con il suo hinterland e senza ciò che Milano rappresenta in quanto a spirito di iniziativa, capacità d’impresa, attitudine all’innovazione e creatività nei settori più diversi ed avanzati dell’economia del nostro tempo globalizzato e post-moderno?
E nel contempo – vedi l’iniziativa di Fondazione Cariplo a favore dei 21000 bambini che pur ancora a Milano versano in condizioni di povertà assoluta – modello di una “solidarietà” non occasionale, ma strutturata in contesti di efficace collaborazione interistituzionale. Non a caso, i n un momento di particolare e perdurante difficoltà per il nostro Paese, Milano emerge e si impone, ancora una volta, come “capitale” economica e morale, punto di riferimento avanzato di processi sociali e produttivi fortemente innovativi che alludono ad un nuovo modello di sviluppo, anzi ne anticipano, di fatto, indirizzi significativi.
A cominciare dalla ricerca scientifica, in particolare in campo biomedico e biotecnologico, sulle frontiere anche eticamente piu’ impegnative, nel campo, ad esempio, della genetica, delle neuroscienze, delle nanotecnologie piuttosto che dell’intelligenza artificiale o della robotica. Dalla cultura, secondo l’intera gamma delle sue manifestazioni e la pluralita’ degli orientamenti che la ispirano, a cominciare dalla tradizione – ad un tempo popolare e colta – della Chiesa ambrosiana, fino alle espressioni piu’ rilevanti della cultura laica, ad esempio in un ambito di rilevante attualita’ qual’e’ oggi il campo della filosofia della scienza. Dal rilievo del complessivo sistema universitario milanese orientato alla formazione di figure professionali di alto profilo. Dal campo della comunicazione e delle mille trasformazioni che lo attraversano grazie allo sviluppo incalzante delle nuove tecnologie. Dal mondo delle professioni, del design, della moda. Dal ruolo di Milano nel campo della finanza. Dalla creazione di nuove tipologie di lavoro.
Si tratta di profili che concorrono a disegnare la fisionomia di quella peculiarita’ ambrosiana che merita di essere studiata e valorizzata come ricchezza che qualifica il nostro Paese in Europa.
Su questo tema intendiamo riflettere nelle prossime settimane; se possibile con il
contributo che amici di altri territori vorranno offrire.
Domenico Galbiati
Immagine utilizzata: Pixabay