Fin dalla sua unificazione, l’Italia ha mostrato un comportamento oscillante e talvolta opportunistico nelle sue alleanze di politica estera, specialmente in ambito europeo. Quest’atteggiamento ha spesso suscitato critiche e diffidenza da parte degli altri paesi. Un esempio emblematico risale alla Prima Guerra Mondiale. Allo scoppio del conflitto, l’Italia era legata alla Germania e all’Austria-Ungheria dalla Triplice Alleanza, un patto militare difensivo. Tuttavia, nel 1915, il nostro Paese decise di abbandonare quest’alleanza per schierarsi con l’Intesa, composta da Inghilterra e Francia. Questa scelta, sancita dal Patto di Londra, fu percepita come un tradimento dagli ex alleati e provocò nelle cancellerie europee giudizi  molto severi. Il nostro Paese, purtroppo, non è nuovo a questi “giri di valzer” in politica estera. Nel suo  bel libro  “ Narrare l’Italia”, lo storico e psicanalista Luigi Zoja, riferendosi  a queste ambiguità e funambulismi tipici del nostro carattere nazionale , ci racconta che Winston Churchill, alla Conferenza di pace che si svolse a Parigi  nel 1919, definì l’Italia “la puttana d’Europa”. Il primo ministro britannico Herbert Henry Asquith, rincarando la dose, la descrisse come “la potenza più vorace, viscida e perfida”, mentre il Presidente americano Thomas Woodrow Wilson se ne uscì dicendo che l’Italia: “ è andata al miglior offerente”.

Oggi, a distanza di oltre un secolo, l’Italia, non più governata dai liberali, ma da una destra post missina, sembra riproporre atteggiamenti ambigui nelle sue relazioni internazionali. Di fronte alla necessità di rafforzare l’Europa e difendere il continente dalle pressioni esterne, il governo attuale, guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e influenzato da figure come Matteo Salvini, manifesta posizioni che destano preoccupazione. Invece di sostenere con fermezza l’unità europea, si osservano simpatie verso leader come Donald Trump e Vladimir Putin, noti per le loro politiche nazionaliste e spesso in contrasto con gli interessi europei. Questa inclinazione rischia di isolare l’Italia all’interno dell’Unione Europea e di compromettere le alleanze storiche costruite nel dopoguerra. In un momento in cui l’Europa affronta sfide come la guerra commerciale e le mire espansionistiche di potenze esterne, è fondamentale che l’Italia mantenga una posizione chiara e coerente a fianco dei partner europei.

La storia  ci insegna che scelte di politica estera basate su interessi contingenti possono compromettere la credibilità di una nazione. Nel contesto attuale, caratterizzato da sfide globali come guerre commerciali e tensioni geopolitiche, è fondamentale che l’Italia mantenga una posizione chiara e coerente all’interno dell’Unione Europea. Solo attraverso una collaborazione leale e trasparente con i partner europei sarà possibile affrontare efficacemente le minacce esterne e garantire la sicurezza e il benessere del continente. Per farla breve, è essenziale che l’Italia rifletta sul proprio ruolo in Europa e nel mondo, evitando di ripetere errori del passato.

Un impegno sincero verso l’integrazione europea e il rispetto delle alleanze consolidate rappresentano la via maestra per costruire un futuro stabile e prospero per il nostro Paese e per l’intero continente.

Michele Rutigliano

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