L’opposizione al progetto di autonomia differenziata non va in archivio. La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum, ma il fronte dell’opposizione non è intenzionato a spegnere la fiammella accesa dai Comitati per il referendum. La decisione della Consulta di dichiarare l’inammissibilità del referendum sull’autonomia differenziata – ha scritto il Forum Disuguaglianze e Diversità- sposta l’impegno della forte mobilitazione sulle misure e i provvedimenti che la Corte Costituzionale stessa ha indicato come indispensabili e non soddisfatti. I giudici, infatti, hanno ritenuto illegittime moltissime disposizioni dellalegge Calderoli e ora c’è la necessità di bilanciare poteri e competenze future. Ma i tempi per i cittadini sono quelli che sono, con elettori che si sentono coinvolti dal processo decisionale in misura sempre più decrescente.
I due fronti politici sull’autonomia e sull’opposizione si misureranno ancora a lungo sul progetto, dunque, a partire proprio da punti specifici osservati dalla Corte. La partita non può dirsi conclusa. L’attenzione su cosa ne pensano gli italiani è cruciale. Come quella sulla reale contrapposizione tra italiani del Nord e del Sud. Il referendum è strumento che gli elettori conoscono bene, nonostante la sua efficacia abbia avuto momenti diversi. I Comitati contro l’autonomia differenziata sostengono a ragione che il pronunciamento della Corte ha lasciato aperti la costituzione questioni centrali come la creazione di un fondo perequativo nazionale, la fissazione da parte del Parlamento dei Livelli Essenziali di Prestazione, la determinazione dei fabbisogni finanziari necessari per raggiungere i LEP.
Nel panorama delle competenze future le Regioni dovranno organizzare da cima a fondo settori su cui sono del tutto impreparate. Il trasferimento di poteri richiederà anni con l’inevitabile, ulteriore caduta di benefici per i cittadini. Prendiamo per esempio l’energia. È questione che incide su tutta l’economia nazionale, sulla competitività delle imprese, sui sistemi di produzione, stoccaggio e capacità delle infrastrutture. Per non dire di sanità, istruzione e altro. Quanti anni passeranno prima che il progetto di differenziazione diventi concreto ? Evidentemente l’impegno di chi non accetta le differenze tra le Regioni non si arresterà nel breve periodo sentendo sul collo preoccupazioni e disagi di milioni di persone. “Può riprendere da subito a partire dall’alleanza che ha permesso di costruire i comitati per il referendum che in pochi mesi hanno raccolto più di un milione di firme per la presentazione del quesito”, rilancia il Forum Disuguaglianze e Diversità.
La Consulta ha comunque dichiarato ammissibili altri cinque referendum: quello sul dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne per la richiesta della cittadinanza italiana; quello sui Contratti di lavoro a tutele crescenti e disciplina dei licenziamenti illegittimi; sui licenziamenti nelle piccole imprese; sull’abolizione delle norme sul lavoro subordinato; sulla responsabilità del datore di lavoro in tema di infortuni. La Corte depositerà le sentenze nei prossimi giorni , mentre per i quesiti dichiarati ammissibili, i referendum si dovranno svolgere tra il 15 aprile e il 15 giugno. L’impegno dei Comitati resterà alto e oltre agli aspetti sull’autonomia si concentrerà sull’abrogazione delle norme in tema di lavoro e sulla riduzione da 10 a 5 degli anni di residenza per la domanda di cittadinanza. Cosa diranno gli italiani con il voto, se il Parlamento non interverrà prima ? L’Italia può restare unita anche applicando alcune norme del progetto Calderoli, occorre saggezza e lungimiranza politica. Tuttavia, ma siamo pur sempre quelli che discutono se Garibaldi abbia fatto bene o no a stringere la mano a Re Vittorio Emanuele II a Teano.
Nunzio Ingiusto
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