E’ imbarazzante per Giorgia Meloni ritrovarsi ad ogni piè sospinto tra i piedi le sue stesse dichiarazioni del 2019 sullo Stato “ladrone” che taglieggia gli automobilisti con le accise. Ma che per uscire dal disagio, e dalla perdita di consenso reale che solo i sondaggisti lautamente pagati, in modo diretto o indiretto dalla politica e dalle istituzioni, non recepiscono, giunga a dire un’enorme bugia non è accettabile da una Presidente del consiglio che doveva, persino culturalmente, cambiare l’Italia.
Lo abbiamo già fatto lo scorso 8 gennaio e lo ripetiamo (CLICCA QUI). Il programma di Fratelli d’Italia, al punto 17, dice testualmente: “Sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise”.
Oggi, la Meloni non ci può venire a dire” Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina”. Vuole davvero offendere la sua intelligenza e, soprattutto, la nostra. Riconosca, invece, che ha preferito dirottare i fondi da destinare al mantenimento della riduzione delle accise ad altro, per molti versi riconducibile agli interessi di una parte dei suoi e di alcuni dei suoi alleati. E così facendo, portare fascine al falò dell’inflazione perché basta andare a fare la spesa al supermercato per capire come anche l’aumento del costo dei carburanti si riversi a cascata su trasporti e distribuzione dei prodotti alimentari. Ma, forse, anche la Meloni nei supermercati non ci va più da un pezzo, così come è un pezzo che non paga la benzina dell’auto con cui si muove.
E ripetiamo ai sondaggisti: andate a fare le rilevazioni d’opinione tra la gente vera e fate loro le domande giuste. A meno che gli italiani siano diventati dei masochisti. Ma così non è.
Poi, e ci torneremo sopra, ci sarebbe da fare tutto un discorso sul silenzio che su queste cose, quelle che interessano davvero il “popolo”, da parte dei tanti che si dicono cattolici e popolari. Pensano ad altro e questo spiega perché sono così irrilevanti.