“Le lotte amministrative milanesi non sono se non episodi o prodromi delle lotte politiche italiane. Quello che oggi pensa Milano, domani lo penserà l’Italia”: così Gaetano Salvemini – da illustre meridionalista – in anni ormai lontani. Lo direbbe ancora? Non è escluso che, in effetti, non sia del tutto fuori luogo affermarlo anche oggi.
Sul piano politico ed altrettanto nel campo delle innovazioni culturali e sociali, in campo economico e produttivo, in ambito scientifico e tecnologico, anche i tempi più vicini a noi, l’intero decorso del secondo dopoguerra può essere letto in questa chiave.
In ogni caso, è bene che chi intenda riflettere e ragionare su Milano, anche in vista della prossima consultazione amministrativa, tenga presente come vi sia, se non altro, la presunzione ben fondata di una responsabilità almeno di carattere nazionale che tuttora, in questa fase di auspicabile ripresa del Paese, ricade sulla città della Madonnina. Peraltro, la sovrapposizione che si evince dalle parole di Salvemini tra “lotte amministrative” e “lotte politiche” è istruttiva anche oggi.
Forse oggi soprattutto, in quanto ci invita a non ritenere, come sempre più si tende a credere, secondo la cultura “aziendalista”, oggi imperante, che gli Enti Locali, i Comuni altro non siano ed altro non debbano essere se non apparati destinati a fornire “servizi” ai cittadini. Il che è indubbiamente il loro compito istituzionalmente dovuto e, quindi, essenziale, senza scordare come ogni città – in modo anche più percepibile che non le stesse Regioni – abbia una storia, una tradizione, una inveterata cultura che ne segna il carattere, ne suggerisce la cifra e, verrebbe da dire, la vocazione, il compito specifico che le è connaturato nel contesto della più vasta collettività in cui è radicata. Insomma, è forse il caso di insistere di più sul concetto di Municipio come “ Casa Comune”, ambito in cui devono trovare ospitalità e voce tutte le energie, le risorse, le potenzialità che insistono in quel territorio e, a maggior ragione nell’era intricata della complessità, devono arricchire i rispettivi ruoli integrandone le funzioni.
A Milano un gruppo di amici iscritti o vicini ad INSIEME intendono suggerire alcune, poche ed essenziali, linee di intervento che diano allo sviluppo della conurbazione milanese una prospettiva che sia, nel contempo, coerente alla sua vocazione storica e rispondente alle sfide del momento. Siamo giunti alla fase della sintesi conclusiva circa la redazione di due documenti su cui abbiamo riflettuto negli ultimi mesi.
Il primo, coordinato da Massimo Molteni, che ha altresì proposto l’impianto concettuale da cui ha preso le mosse il nostro lavoro, concerne il tema della sanità, in riferimento al complessivo territorio lombardo. Il secondo, riferito a Milano ed alla sua cintura metropolitana, è coordinato da Gianni Verga che ha suggerito i temi più rilevanti attorno a cui abbiamo lavorato. La Milano “col coeur in man” è classicamente la città che produce, in ogni campo.
Noi pensiamo che debba preoccuparsi anche di produrre “valore umano”.
Sicuramente in società avanzate come la nostra si impongono questioni di carattere strutturale che richiedono risposte “di sistema”, eppure, mai come oggi, non vi sono modelli di governance, apparati organizzativi, paradigmi istituzionali men che meno diktat politici, ancor meno presunzioni ideologiche che possano pretendere di risolvere quasi automaticamente, in virtù di una meccanica ed intrinseca necessità, situazioni che nessun algoritmo e’ in grado di sciogliere a prescindere dalla qualità etica, intellettuale, professionale di chi attivamente opera nelle varie articolazioni tematiche del nostro contesto civile.
Nessuna forma di sviluppo, che sia economico e produttivo, scientifico o tecnico prima o poi regge oltre un certo limite se non è accompagnato o addirittura preceduto da un contestuale sviluppo in termini di “valore umano”. Pensiamo, ad esempio, al caso più eclatante, lo sviluppo della ricerca in campo biomedico e le conseguenti ricadute sul piano delle biotecnologie con le quali siamo in grado di addentrarci talmente a fondo nella nostra stessa più intima struttura biologica, da far ritenere ad alcuni che l’uomo possa addirittura “fabbricare” se stesso.
In altri termini, se le nostre potenzialità operative crescono secondo un ritmo che travalica i tempi più scanditi e più meditati di quella riflessione etico-antropologica che ci deve fornire gli indirizzi secondo cui orientare la tecnica nell’alveo di valori umani condivisi, la stessa scienza, al di là di ogni trionfalismo, è destinata, più prima che poi, a cozzare contro i suoi stessi limiti.
Anche in una città avanzata e di rango internazionale come Milano sono presenti e vanno combattute, svuotate e riassorbite sacche di povertà educativa minorile e di abbandono scolastico francamente inaccettabili, a maggior ragione in una società della conoscenza e della comunicazione, nella quale fenomeni del genere introducono discriminazioni che, nel tempo, feriscono la stessa titolarità di una piena cittadinanza e la dignità della persona.
La più grave ingiustizia sta nel privare una persona della sua capacità critica e dell’autonomia di giudizio. Alle giovani generazioni vanno garantiti spazi in cui possano esprimere la loro naturale creatività, producendo e non solo consumando cultura sia pure di alto livello, ma già confezionata. In ogni giovane, vive un’ attitudine, una genialità, una propensione del tutto personale, non sempre facile da scoprire, magari un po’ sonnolenta, ma assolutamente vitale.
Altri campi di promozione del “valore umano” vanno promossi, ad esempio con un sostegno attivo alla natalità, in cui rientra anche un’azione di prevenzione dell’aborto, nella quale valorizzare il volontariato ed una nuova concezione dei consultori. Sono molti i campi da indagare, mantenendo ferma la barra alla ricerca di città concepite come spazi vitali orientati al “valore umano” di una rinnovata convivenza civile.
Ci proviamo anche da Milano, augurandoci di poter fornire qualche indirizzo da assumere concordemente, come linea comune di INSIEME, agli amici impegnati nella altre città grandi e piccole che vanno al rinnovo amministrativo.
Domenico Galbiati