E’ spesso Giorgio La Pira ad informarmi sugli avvenimenti “celesti”: attraverso il messaggio del cuore che mi lega a lui e che riesce ad oltrepassare il cono d’ombra tra la dimensione terrena e il cielo. Sono convinto che ci sono momenti in cui avverti una voce dal Cielo che ti invita a seguire un cammino di speranza. Noi non siamo soli!

“Nel regno della Luce alcuni giorni fa c’è stata una grande festa per l’arrivo di Mons. Gastone Simoni. Non puoi immaginare la gioia mia e di altri nel rivederlo: era appena arrivato che si è messo subito a parlare della situazione dell’Italia e del mondo. Ci ha subito affascinato con la sua parola priva di fronzoli, gioiosa, espressione di un’anima umile e mite. Ci ha parlato della condizione dell’uomo contemporaneo che si è chiuso in un individualismo “senza ali”; solo e disperato viaggiatore senza meta; della pace oggi minacciata dalla odierna barbarie della guerra in Ucraina e delle tante atrocità del nostro tempo; e del timore che si possano ripetere le situazioni che avrebbero portato alla seconda guerra mondiale.

Prendendo spunto da questo richiamo storico io e Aldo (Moro) abbiamo cominciato a ricordare e parlare del nostro ruolo e dell’impegno come cattolici durante il periodo fascista: noi ci eravamo conosciuti a Firenze nel 1937, al tempo della Fuci; entrambi legati a Mons. Giovan Battista Montini, che puntava sulla formazione liturgica dei laici per farli membri attivi della Chiesa.

Ed è stato così che ad un certo punto abbiamo visto mons. Simoni interessato e curioso di conoscere la nostra posizione su questo tema.  Ne è nato un interessante dialogo a tre.

Mons. Simoni: Nel periodo fascista , in perfetta sintonia con l’ispirazione montiana, voi siete stati dei veri e propri Missionari della cultura…ora in che modo il vostro apostolato doveva servire a riconciliare Chiesa e mondo moderno?

La Pira: Come la Chiesa ha tratto dalle tenebre dell’errore le verità parziali del pensiero antico, integrandole ed elaborandole “in quel mirabile e duraturo edificio del pensiero scolastico”, così io ho sempre creduto che ai cattolici spetti il compito di cercare le verità parziali fiorite nel pensiero non cristiano e di riportarle nel sentiero della chiesa. E’ ciò che ripetevo spesso ai miei studenti universitari.

Aldo Moro: Nessuno come il cristiano sente che la storia gli appartiene “per un nesso indissolubile che non si può né si deve spezzare”.

Mons. Simoni: un legame che vi ha portato ad aderire profondamente alla spiritualità domenicana e allo spirito caritatevole della San Vincenzo….

Aldo Moro: Giorgio è stato un esempio per tutti noi: proponendo prima la conferenza vincenziana di San Giuseppe Calasanzio, poi a S. Procolo e alla Badia, la “messa dei poveri”.

Giorgio La Pira: Aldo operava nell’attività di assistenza ai poveri e nella San Vincenzo a Bari prima e a Roma, poi.

Mons. Simoni: Al di là delle diverse basi della vostra cultura giuridica in che modo il principio della certezza del diritto rappresentò un argine centrale – una forma di tutela estrema- all’invadenza totalitaria?

Giorgio La Pira: Noi cercavamo una sintesi tra lo stato di ascendenza liberale e lo stato sociale.

Aldo Moro: una forma di stato etico non certamente in chiave totalitaria, ma nel senso di uno stato orientato alla promozione della persona umana.

Giorgio La Pira: il fascismo non era una pura parentesi.

Aldo Moro: e d’altra parte era anacronistico il ritorno (auspicato da alcuni) allo stato liberale prefascista.

Mons. Simoni : In una fase in cui avevate preso le distanze  dal regime fascista, in un momento che tu Aldo definisti “di pericoloso sbandamento”, all’interno della Fuci come siete riusciti a sviluppare la resistenza al fascismo e all’entrata poi in guerra?

Aldo Moro: In sintonia con la visione di Maritain – Giorgio ne era il portavoce-  indicavamo la necessità di un “Cristianesimo umano” un cristianesimo capace di portare “un linguaggio umano” con parole che venissero da uomini con una fondamentale salda fiducia nella verità .

Giorgio La Pira: ogni conflitto esprime una crisi della morale che impedisce di vedere l’orizzonte rassicurante del Vangelo. Era necessario allora come anche oggi una linea di intransigenza cristiana contro ogni esasperazione nazionalistica e l’odio per il nemico.

Mons. Simoni: pur in mezzo alla guerra, e successivamente dopo nel corso dell’Assemblea Costituente (14 marzo 1947) voi parlavate della necessità di un lavoro di ricostruzione…

Aldo Moro: era necessaria alla classe colta e in particolare alla responsabilità degli intellettuali costruire un nuovo Stato. Se lo Stato è – come certamente è – una forma essenziale, fondamento di solidarietà umana, costruire un nuovo Stato vale quanto prendere posizione intorno ad alcuni punti fondamentali inerenti alla concezione dell’uomo e del mondo.

Giorgio La Pira: il nostro obiettivo era quello di riprendere la tradizione interrotta che orientava il pensiero e l’azione nel senso indicato dai due supremi poli Dio e l’uomo; di preparare la rinascita di un più illuminato e più fecondo umanesimo.

Mons. Simoni: Voi due siete stati portatori di una luce cristiana nell’affermare che uno Stato democratico deve essere al servizio dell’uomo, deve rispettare  l’autonomia e i valori supremi della dignità umana e della vita sociale.

Giorgio La Pira : per Aldo la vera essenziale anima dello Stato è la sua socialità: l’eticità dell’esperienza che si compie nello Stato esprime il farsi dello spirito umano secondo la sua legge di verità.

Aldo Moro: Giorgio per primo parlò di “pluralismo giuridico”. Fui d’accordo con lui nel sostenere le ragioni della persona in relazione con la solidarietà sociale a prescindere dallo Stato.

Mons. Simoni: In quanto alla fede cristiana voi avete avuto un diverso percorso di fede, pur avendo un comune legame con mons. Montini.

Aldo Moro: io intendevo dare il giusto valore e significato alla vita: vita di verità cristiana e umana. Una dimensione spirituale unitamente a una dimensione sociale e di libertà.

Giorgio La Pira: Io cercavo una sintesi tra l’apertura montiana al moderno attraverso la cultura teologica d’oltralpe (quella di Maritain): una nuova cristianità, un nuovo Medioevo.

Caro Monsignore, oggi in Italia c’è ancora posto per la presenza dei Cristiani in politica?

Monsignore Simoni: Il problema è serio. Molti hanno abbandonato l’’unità della fede in Cristo, e di conseguenza ogni cristiano ha scelto l’opportunità di una collocazione politica abbandonando l’unità di intenti, anzi vedendo con ostilità qualsiasi tentativo di unità.

Aldo Moro: E’ lontano l’eco delle sue parole “liberi ma non dispersi”

Mons. Simoni: vedo che anche in cielo circola una buona informazione.

Giorgio La Pira: Sappiamo bene quanto lei abbia speso tutta la sua vita a favore della povera gente e soprattutto a battersi a favore della pace e del possibile disarmo anzitutto nucleare.

Aldo Moro: c’è tanta delusione anche qui tra di noi e poi la pace che minaccia la vostra convivenza: tristissima cosa che rompe la divina unità dell’amore.

Mons. Simoni: voi siete stati l’ esempio di autentici cristiani in ogni circostanza della vostra vita terrena. Ora anche qui nella dimensione celeste uniamoci in una comune preghiera al Signore perché dia forza a persone che nei programmi e nell’azione terrena sappiano essere lievito di santificazione per rinnovare l’umanità nella luce del Vangelo e rendere sempre presente e operante la sua Chiesa nei problemi vitali del nostro tempo; che sappiano coniugare il bene comune con una decisa trasformazione della società: non si rassegnino alle ingiustizie e siano in dialogo con tutti, cristiani o no.

Nino Giordano

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