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Pandemia e Welfare: rimasti alti i premi di produttività

Secondo le rilevazioni del Ministero del Lavoro, a novembre 2021 ci sono quasi 14 mila contratti di secondo livello che regolamentano premi di produttività per i lavoratori. Il 60% di questi prevede anche misure e servizi di welfare aziendale. Nonostante la pandemia, la contrattazione di strumenti premiali sembra restare stabile.

I contratti attualmente validi sono invece 13.666: di questi 10.775 sono di natura aziendale e 2.891 territoriale. Analizzando i contenuti degli accordi, possiamo osservare che 10.897 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 8.423 di redditività, 6.459 di qualità, mentre 1.496 prevedono un piano di partecipazione. Nel complesso sono 8.134 quelli che regolamentano misure di welfare aziendalepari quasi al 60% del totale.

Rispetto alla rilevazione del novembre dello scorso anno ( CLICCA QUI ) queste percentuali restano tendenzialmente stabili. Non sembra quindi esserci stata una riduzione della contrattazione degli strumenti premiali (e della loro convertibilità in welfare) nonostante il perdurare della pandemia.

Si contratta di più al Nord e nelle grandi imprese

Andando a vedere i dati più nel dettaglio, permane una diffusione frammentata dei contratti. In particolare, sia la contrattazione dei Premi di Produttività sia del welfare sembra essere maggiore nelle imprese medio-grandi, in quelle del Nord e in alcuni settori specifici.

Stando ai dati elaborati dal Ministero, il 75% degli accordi sono infatti stipulati nelle regioni settentrionali, il 16% in quelle centrali e solo il 9% in quelle meridionali. Per quanto riguarda invece il settore di attività economica, il 57% dei contratti si riferisce ai servizi, il 42% all’industria e l’1% all’agricoltura. Infine rispetto alla dimensione delle imprese coinvolte in questi contratti, il 51% ha un numero di dipendenti inferiore a 50, il 14% ha un numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 e il restante 35% ha 100 o più dipendenti.

Nel complesso le aziende più piccole risultano quindi nettamente sottorappresentate se confrontate con i dati Istat sull’effettiva distribuzione delle imprese italiane, che vedono una grandissima prevalenza di PMI.

Il valore medio dei Premi

In tema di conversione dei Premi di Risultato in welfare, il nuovo report del Ministero fornisce alcune informazioni interessanti in merito al numero di lavoratori potenzialmente beneficiari e all’importo medio della premialità.

Come riporta la figura 1, coloro che hanno la possibilità di convertire il loro premio annuale in un budget spendibile in beni e servizi di welfare sono oltre 2,5 milioni e il valore medio di queste premialità si aggira intorno ai 1.500 euro. Vi sono però differenze sostanziali in base alla natura aziendale o territoriale del contratto.

Figura 1. Il valore medio dei premi welfare e potenziali beneficiari – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Anche in questo caso si tratta di dati sostanzialmente uguali rispetto a quelli dello scorso anno. Come vi abbiamo recentemente spiegato in questo approfondimento ( CLICCA QUI ), ciò è dipeso anche dal fatto che nel corso del 2020 sono stati realizzati alcuni interventi di natura fiscale per sostenere la detassazione delle forme premiali della retribuzione.

Valentino Santoni

 

Pubblicato su Percorsi di Secondo Welfare ( CLICCA QUI )

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