Parlare e scrivere di Ambiente per me che lavoro nel settore sanitario di urgenza ed emergenza e in correlato approfondisco il tema del Soccorso Pubblico e Protezione/Difesa Civile, fa un pò strano, ma alla luce degli eventi anche non recenti, se la salute e anche la vita stessa dipendono per buona parte dall’ambiente, qualche buona prassi può essere di stimolo a produrre documenti politici, o meglio ancora, sistemare alcune normative in atto senza crearne di nuove.
Si parla e scrive delle alternative alle materie prime di energia fossile. E si parla e scrive di de-carbonizzazione. Si aggiunge anche il tema delle fonti di energia rinnovabile con tutto il correlato di ricerca in atto.
Ci sono famiglie o singoli che per fortuna riescono ancora a sostenere i costi energetici, avendo un’attività lavorativa dignitosa e limando il bilancio familiare su spese non necessarie. Altre sfruttando qualche incentivo a pioggia, riescono a mettere una pezza alla toppa. Altre ancora rischiano di non riuscire a garantirsi il minimo indispensabile.
Ora, dato che negli ultimi anni, vuoi per lo Stato, in tutte le sue declinazioni, che ha abbandonato i principi agricoli e di manutenzione-mantenimento del territorio e delle sue ricchezze naturali, vuoi perché livelli di governo europei nel tempo ci hanno messo del proprio a regolamentare, non benissimo, le politiche ambientali e agroalimentari, ci siamo ritrovati a dipendere da altri, senza nel tempo recuperare il patrimonio abbandonato, dismesso e incolto.
L’Italia possiede un patrimonio boschivo demaniale (e non solo) abbastanza esteso. Amministratori, più o meno ecologisti, hanno creato nei territori di competenza e nei luoghi pubblici aree verdi (parchi, giardini, abbellimento arboreo stradale e dei luoghi pubblici, ecc.) per compensare (anche se poco), la massiccia autorizzazione a edificare su suoli agricoli. Poi l’affidamento della manutenzione, non essendo più gestibile con proprie maestranze (operai comunali), è stata affidata a società o cooperative specializzate nella manutenzione del verde pubblico. Pertanto costi di lavorazione, costi di trasporto e costi di riciclo con spesso un servizio non proprio all’altezza delle aspettative.
In provincia di Vercelli, nel comune di Trino esiste un bosco denominato “Bosco delle Sorti della Partecipanza” – Parco Regionale, esistente già dal 1200 ove appunto i cittadini (la Partecipanza) si prendono cura del bosco. In sintesi, la tradizione è ancora in uso: assegnazione a sorte degli ettari di taglio alle famiglie del territorio comunale e relativo godimento della legna raccolta (uso proprio o vendita, oppure cessione di parte all’esecutore dei lavori di taglio). Il vantaggio è il continuo mantenimento del bosco come fonte di approvvigionamento e come riserva naturalistica. Non sto a descrivere il regolamento, le misure e le quantità che sono state definite da secoli, ma la conoscenza di questa tradizione, oggi potrebbe agevolare la vita alle persone soprattutto a quelle in difficoltà e ridare al nostro Paese un pò più di bellezza da vivere, perché si sa che il brutto imbruttisce. Sempre.
Questa storica tradizione applicata a tutto il patrimonio boschivo demaniale e al patrimonio arboreo comunale, sia esso di montagna, pianura, collina, lacustre o fluviale, potrebbe avvantaggiare le famiglie in possesso di camini e stufe (ovviamente a norma) per i tre mesi più freddi dell’anno? L’attività di taglio delle essenze arboree potrebbe essere affidato alle aziende agricole presenti sul territorio comunale, in quanto già esperte e dotate delle capacità e strumentazione adeguata, in cambio di un compenso equo o parte del raccolto, valorizzando la presenza delle stesse aziende sul territorio? Ciò potrebbe migliorare la cura del verde pubblico comunale e demaniale, senza attendere il deterioramento o il danno a seguito di eventi meteorologici improvvisi, per incuria o per bassa manutenzione dovuta ad appalti sempre più limitati al ribasso e non alla qualità. A monte, il governo di tale patrimonio andrebbe sicuramente unificato, almeno, a livello regionale in sinergia e sincronia con il ministero dell’Ambiente, e non scomposto in miriadi di consorzi, autorità o enti a se stanti.
Marco Torriani