In molte regioni italiane in questi ultimi anni sono state realizzate iniziative volte a stimolare un dialogo pubblico su argomenti importanti nella vita di una comunità civile, con lo scopo dichiarato di aiutare tutti i cittadini ad una presa di coscienza sull’importanza della partecipazione alla vita sociale e politica come diritto/dovere di ciascuno. Questo, insieme all’evidente e perdurante mancanza di “Buona Politica” che da troppi anni si verifica nel panorama della politica nostrana, è ciò che ci ha mosso ad elaborare quello che l’assemblea costituente propone. Da qui nasce il desiderio di avere un soggetto politico nuovo che abbia il suo riferimento nella Carta Costituzionale e nella Dottrina Sociale della Chiesa cattolica, non tanto perché sia necessario, a mio avviso, creare una casa comune per i cattolici, quanto perché è necessario che la Politica torni a mettere al centro della propria azione la “persona” in tutte le sue espressioni: dal bambino nel suo percorso educativo, al giovane che, in base alle proprie capacità, possa pensare di realizzare un proprio progetto familiare e di lavoro, all’adulto che possa sentirsi supportato negli impegni intrapresi, all’anziano, appagato da quanto riuscito a realizzare fin qui nella propria vita, ma stimolato da quello che  ancora può dare in termini di esperienza e di contributo attivo. E, sotto un altro aspetto, alla donna e all’uomo inseriti nel mondo del lavoro, un lavoro che li gratifichi, che renda felici di lavorare per vivere, ma che non costringa a vivere per lavorare.

Certamente i cristiani, con tutti gli uomini di buona volontà, hanno molto da dire e molto da fare al riguardo.

Perché tutto questo, e molto altro, possa realizzarsi sono indispensabili almeno due elementi:

I principi ispiratori, che sono quelli sopra citati, e la capacità di andare verso la loro concreta realizzazione attraverso un progetto, anzi attraverso molti progetti, perché la vita è sempre in divenire, la realtà cambia in modo ininterrotto, le esigenze e le necessità sono diversissime e si rinnovano con un modificarsi continuo di priorità.

Come arrivare dunque a definire i progetti utili alla vita della comunità sociale se non attraverso una elaborazione che parta dal coinvolgimento in vario modo della società civile, che possa cioè mettere in relazione noi cittadini con i nostri rappresentanti nelle Istituzioni, locali, nazionali e sovranazionali?

Da qui parte il ruolo di un partito politico, che per sua natura non è un centro di potere ma di rappresentanza, che deve portare all’attenzione delle Istituzioni le istanze raccolte in un dialogo continuo con la base.

Cosa deve essere e cosa deve fare un partito politico per definirsi nuovo? Ecco di seguito alcuni punti a mio parere qualificanti.

1) Essere presente nei territori con un lavoro di informazione e di ascolto coinvolgendo associazioni, movimenti, singole persone. Questo lavoro è propedeutico e indispensabile per far nascere un programma orientato al bene comune, che metta la persona al centro dell’azione politica, con una predilezione per le persone più fragili, gli esclusi, per le vecchie e nuove povertà che vedremo sempre più crescere di numero nei prossimi mesi, e realizzare quindi una rete che coinvolga per primi tutti coloro che hanno firmato il manifesto dello scorso 30 novembre.

2)  Un soggetto politico, deve essere laico per sua natura, per poter accogliere tutti quanti si riconoscono nei principi della nostra Costituzione, di fatto intrisa dei principi della DSC.

Alcune idee sul programma, elementi importanti nel dialogo da stimolare nel territorio.

–  la questione economica, parte fondamentale di una proposta politica. Qui dobbiamo davvero dire qualcosa di nuovo. Sono i principi dell’economia civile che devono guidarci, come bene è stato messo in evidenza dalla Carta di Firenze, risultato dei lavori del 2° Festival dell’Economia Civile svoltosi a Firenze la settimana scorsa.

– la questione ambientale. Essa presuppone la capacità e la volontà di interrogarci sui nostri stili di vita e la consapevolezza di capire e accettare ciò che dovrà cambiare nelle nostre abitudini e, soprattutto, di farlo con urgenza.

– e ancora l’organizzazione del sistema salute, la riforma del sistema educativo, la riforma dello Stato ecc. Tutto questo impone riflessioni e proposte sull’utilizzo e sulla ridistribuzione delle risorse, non solo su quelle messe a disposizione dal Recovery found, ma anche, ad esempio, su quanto fino ad oggi viene investito nella produzione in alcuni settori molto remunerativi (produzioni e/o spese militari ad es.) ma eticamente discutibili e, tra l’altro, in contrasto per molti aspetti con la stessa  Costituzione.

Queste solo alcune tra le questioni più importanti, da inquadrare sempre tenendo in considerazione la persona e la famiglia come soggetti protagonisti oggetto e soggetto dell’azione politica, che vanno dibattute a livello territoriale per capire e far capire quali sono i bisogni reali e urgenti ed aiutare a rimuoverne di falsi. Non è possibile elaborare un programma solo con ciò che ad un ristretto gruppo, per quanto preparato ed esperto, sembra importante; dobbiamo invece cogliere e accogliere quello che veramente è sentito importante da tutti, pena non raccogliere fiducia e consenso.

I contenuti e il modo in cui questi saranno prodotti sono fondamentali per capire quale debba essere il modus operandi. Non dimentichiamo che questa è per tanti aspetti un’esperienza nuova e abbiamo perciò bisogno anche tutti noi di imparare; imparare ad ascoltarci prima di tutto, a cogliere il positivo nel pensiero dell’altro, facendo esperienza che il diverso da me è una ricchezza per me. Vi sembra banale?

Un’ultima considerazione, infine, per mettere l’accento su un altro elemento a mio avviso essenziale: la declinazione della Fraternità come categoria politica, indispensabile per far coesistere Libertà e Uguaglianza: per troppo tempo ce ne siamo dimenticati. La Fraternità trasforma la Libertà e l’Uguaglianza in elementi concordi e non contrapposti come invece lo sono stati nei due secoli precedenti. Anche questo è un elemento di vera novità.

Paolo Magnolfi

 

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