Ai tempi nostri credo che uno dei temi più importante da approfondire e quindi capire sia il significato di democrazia.

Non esiste democrazia senza libertà, ma anche la libertà va apprezzata, capita e praticata per il raggiungimento di un senso di tranquillità e benessere (Wohlgefühl), che derivano da un amalgama di sensazioni, di avere cioè costruito un avvenire per sé e per i propri cari, di aver dato ciò che era nelle proprie possibilità, di aver cercato di ridurre per il proprio futuro i rischi ed i pericoli.

La libertà vista quindi come capacità di muoversi nel proprio ambiente con espressività che significa “contributo” alla vita “insieme-zusammen”, nella società, nell’ambiente, nella natura.

Davanti a me gli anziani, dietro di me i giovani ed “insieme” è un treno che scorre negli spazi e nel tempo, muovendosi immersi nel mutamento di situazioni e nuovi equilibri.

Un movimento che cerca sempre di ricreare l’equilibrio che in ogni istante si perde.

In questo immaginare quindi democrazia, libertà, movimento ed espressione, mi chiedo sempre dove abbiamo perso il filo della comunicazione con i giovani, ai quali forse abbiamo mancato di concedere la pazienza dell’esprimersi e li abbiamo o dimenticati o giudicati.

Abbiamo perso spesso il contatto perché non abbiamo spesso avuto la capacità di “sentire” il loro disagio, che si è tramutato in chiusura e mancanza di libertà, quindi inespressività democratica.

Abbiamo perso la loro partecipazione e la dobbiamo ritrovare, ma ci siamo persi spesso anche noi meno giovani, rinunciando di esercitare la libertà del pensiero e dell’azione.

Abbiamo perso il legame culturale tra passato presente e futuro, un futuro dove la cultura, l’armonia, la bellezza, la musica non sono presenti nella quotidianità.

Abbiamo smesso di leggere ed interpretare, quasi solo nel giudicare ed accusare.

Abbiamo iniziato anche noi ad essere degli zombie, a girare con il cellulare in mano, a dialogare per monosillabe, con Twitter, WhatsApp,  Facebook, Instagram, incapaci di costruire un tessuto articolato di rapporti che si motivino e che motivino all’insieme-zusammen in quella collaborazione che non è esclusione o accusa, non è critica con parolacce e porte chiuse.

Facile concludere sempre con quel “non mi interessa”, “cazzate”, per usare un linguaggio dei giovani, ma è stato un atteggiamento contagioso e lo è tra giovani, ma non si capisce chi ha contagiato per primo, se non noi ormai “adulti” per così dire maturi.

Politica insieme-zusammen è una sfida, mia, tua, di tutti, singolarmente ed insieme di trovare il senso critico per analizzarsi e cambiare e solo così si ritroverà la libertà tra noi e con i giovani di muoverci e costruire il nostro benessere ed il nostro futuro.

Precarietà, assenteismo, divisione, accusa, rifiuto devono lentamente soccombere nel senso crescente della  rinascita di presenza e libertà anche per il futuro che devo poter immaginare con la mia presenza e quella die nostri giovani e figlie, con quella dei nostri padri e nonni, in un Paese nel quale con orgoglio mi senta partecipe di una costruzione ed un mantenimento della democrazia così espressa e spiegata, oltre che interpretata.

Alberto Berger

Presidente Sezione UCID di Bolzano

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