INSIEME ha presentato una petizione per giungere ad una modifica della Legge 194 per attuarne effettivamente tutte quelle parti pensate per prevenire l’aborto (CLICCA QUI)  Oggi pubblichiamo sul tema un intervento di Carlo Polvara

“Art.2

I consultori familiari istituiti dalla legge 29 luglio 1975, n. 405, fermo restando quanto stabilito dalla stessa

legge, assistono la donna in stato di gravidanza:

a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali,

sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio;

b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela

della gestante;

c) attuando direttamente o proponendo allo ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel

territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino

inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a);

d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.

I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge,

della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che

possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita.

La somministrazione su prescrizione medica, nelle strutture sanitarie e nei consultori, dei mezzi necessari

per conseguire le finalità liberamente scelte in ordine alla procreazione responsabile è consentita anche ai

minori.”

Colpisce vero? Leggendo questa legge dall’articolo 2 parrebbe un invito alla solidarietà in nome della vita.  Peccato che sia il secondo articolo di una legge che ha fatto si la storia ma non certo della vita!

Sì perché la Legge nel primo articolo parla della vita ma solo quella che altri possono decidere se far venire alla luce o no (pur essendo già vita).

Si è la legge 194 sull’aborto.  Sono andato a rileggerla dopo le notizie sull’allarme denatalità e ne è scaturita una riflessione.

Non voglio certo dire che l’aborto sia causa della denatalità, questo magari ne parleremo un’altra volta, ma il secondo articolo della legge mi richiama a guardare dentro il quotidiano della nostra società.

Viene chiesto di informare le giovani donne sui diritti a lei spettanti e non solo al suo diritto di poter abortire. Viene chiesto di informare la donna sulle sue possibilità nel mondo del lavoro da gestante comunicando a lei che ha accanto altre persone che possono darle una mano nella crescita del bambino.

La legge se letta con gli occhi della vita dice che esiste un’alternativa viva ad una scelta diversa.  Ho visto occhi di ragazze che hanno rinunciato ad accettare la vita.  Stando loro accanto si percepisce che la grande montagna da superare è la solitudine.  Spesso queste ragazze si sentono responsabili esclusive di un figlio mentre dovrebbero percepire che un figlio è della stessa società.  Certo oggi siamo abituati alla provvisorietà del tutto anche della vita. Ci sposiamo se poi non va bene divorziamo. Non andiamo bene a scuola tranquilli al primo avviso si cambia, si rimane incinta si può abortire. (Anzi qui siamo più bravi addirittura nel dubbio il giorno dopo il rapporto possiamo decidere che non vogliamo correre nemmeno il “rischio” e quindi pillola del giorno dopo. Ti fa anche sentire più grande perché la puoi avere anche a 16 anni e senza prescrizione quindi una vera scelta di libertà).

Ci spaventiamo della denatalità e pensiamo che l’unica causa sia l’economia. Certo essa ne ha peso ma forse c’è altro. Penso che occorra riscoprire il valore della vita nascente come un valore solidale e che crea bene comune. Far sentire le madri il centro vitale, anzi il grembo della società.  Ri-educare le nuove generazioni a vedere le donne come custodi della vita.  Richiamare con buon ordine le madri a educare figlie orgogliose di custodire un bene prezioso e riscoprirsi capaci di generazione.

Proviamo a riscrivere questa legge con coraggio! Facendoci condurre da valori alti come la solidarietà, la sussidiarietà e il bene comune. Parole che non mettono il marchio cattolico ma il marchio di uomini e donne che credono nel valore prezioso della vita sempre!

Con gioia condivido le mie giornate con gli occhi degli adolescenti e quando uso parole di vita anche io adulto divento più credibile. Se anche una società avesse più parole di vita anziché di morte camuffate da diritti forse oggi saremmo più giovani.

Carlo Polvara

Per firmare la petizione di INSIEME sull’aborto CLICCA QUI

 

 

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