Amici di Israele, ma non si può tacere su Gaza. Il Governo italiano ha atteso i 60 mila morti palestinesi per prendere atto di una realtà terribile ed uscirsene, finalmente, con tale considerazione. Mentre Lancet diffonde le cifre secondo cui il massacro avrebbe provocato oltre 25 mila vittime in più fino ad oggi non considerate. E, in ogni caso, un numero ancora più ampio è quello dei feriti, alcuni dei quali al rischio della vita per la mancanza di assistenza medica adeguata.

Era l’ora che da Palazzo Chigi e dalla Farnesina venisse qualche parola almeno di critica. Parole che si focalizzano sugli aiuti umanitari che, però, non entrano a Gaza per decisione del Governo Netanyahu. E non possiamo non notare che queste poche parole vengano espresse solo dopo che, persino, Donald Trump ha parlato del troppo alto numero di morti a Gaza nel corso del suo giro d’affari nelle capitali arabe del Golfo.

Dunque, dobbiamo vedere questa presa d’atto a cosa porterà. È molto difficile pensare a qualcosa che vada oltre. Ad esempio, seguendo quello che, hanno appena detto, faranno Spagna e Francia con l’annuncio di un prossimo riconoscimento dello Stato di Palestina. Un gesto che rischia di essere più simbolico che altro, ma che sarebbe coerente con il ribadito convincimento, anche italiano, a favore di una soluzione da trovare con la formula dei “due stati”.

In questo contesto è comunque da considerare come la si pensi nel profondo tra le fila della destra italiana. Perché non si può certo ignorare il commento del Vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, di Forza Italia. Interrogato sulla possibilità che l’Europa possa applicare delle sanzioni all’Israele guidato da Netanyahu – così come fatto alla Russia di Putin- ha risposto di no perché “Israele è una democrazia”.

Un ragionamento che ha dell’incredibile. Perché le democrazie si distinguono dalle dittature di sempre, e dalle autocrazie di oggi, proprio perché rispettano il Diritto internazionale e le leggi universali di tutela dei diritti dell’uomo. Oltre che a perseguire la propria legittima difesa all’interno di una logica di proporzionalità e di razionalità. E sempre cercando di tutelare i civili che sono del tutto innocenti.

I crimini di guerra, la pulizia etnica e la violenza cieca contro la popolazione, tra cui quella che utilizza la privazione attuata scientificamente su larga scala di cibo e di acqua, la distruzione di scuole e di ospedali, i missili lanciati contro le ambulanze, l’uccisione mirata di medici e di giornalisti non possono essere rimproverarti solo a Putin e non riconosciuti e condannati se fatti da un paese democratico.

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