L’analisi molto articolata di Giovanni Cominelli sulle cause della guerra in Ucraina (CLICCA QUI) , termina con queste parole :”Verrà l’autunno e poi l’inverno e poi la primavera…ma qui noi dovremo stare, a fianco della Resistenza ucraina”.

Dico subito che questa visione delle cose ci fornisce una sola certezza: ci saranno ancora moltissime vittime, che si aggiungeranno ai 500000, secondo il NYT, tra morti e feriti secondo le ultime stime. Se inoltre non viene tenuto conto delle ultime novità politiche, si rischia di non vedere dove va la storia, di rimanere così schiavi della propria partigianeria e contemporaneamente non riuscire a dare nessun contributo alla cessazione del conflitto.

Nel suo articolo Cominelli parla di guerre mondiali, di nazismo e comunismo, di apparati statali lontani dagli standard democratici, di KGB, di reclutatori e quant’altro. A mio avviso però sfuggono a questa analisi, condizionata da comprensibile “occidentalismo”, alcune valutazioni. Sicuramente la rielaborazione storica può rivestire una certa importanza, ma se è parziale e partigiana perde tutta la sua la sua utilità e credibilità.

Cercherò allora di fare alcune considerazioni, cercando di guardare le cose da un altro punto di vista, una visione che sembra accomunare quella parte del Pianeta non allineata ai “valori” occidentali, che non coincide con la narrazione propagandistica che ci viene quotidianamente fornita, e di cui, comunque la si pensi, è sbagliato non tener conto. Mi permetterò qualche visione utopica.

Gli ultimi fatti di rilievo sono i seguenti, e mi limiterò alla loro enunciazione, senza commenti, per poter meglio individuare poi una possibile sintesi, a mio avviso indispensabile per farci uscire dall’incubo: l’India ha deciso di invitare al prossimo G20 del 9 Settembre Putin e non Zelensky, mentre BRICS e SCO continuano a fare adepti; il direttore della CIA si è recato prima a Kiev e poi a Mosca; il Ministro della Difesa cinese si è recato prima a Mosca poi a Minsk a ribadire i legami.

Ci sono le elezioni nel 2024 nella UE e negli USA, e per quelle date saranno in molti a pretendere, con uno o anche due occhi alle opinioni pubbliche, che si trovi una composizione al conflitto; il nuovo governo del Niger ha chiesto l’appoggio della Russia; Arabia saudita e Iran si sono riavvicinate grazie ai buoni uffici della Cina; Stian Jenssen, capo di gabinetto di Stoltenberg, con meraviglia di molti, ha dichiarato che una possibile via d’uscita sarebbe quella di far accettare all’Ucraina la cessione di territori alla Russia in cambio dell’entrata nella NATO; ha anche definito la controffensiva ucraina una mission impossible. Con tutta evidenza gli interessi della NATO non coincidono, almeno in questo caso, con le aspettative ucraine;

la Russia ha rilasciato alle Nazioni Unite una relazione di 2000 pagine nella quale prova che il Deep State USA e Big Pharma hanno creato la pandemia legata al Covid (CLICCA QUI) ; Andriy Yermak, capo dell’ufficio politico di Zelensky, ha presentato una nuova proposta in tre passi verso una soluzione negoziale, affermando:”A Kiev sappiamo che serve trattare”. I tre passi sono: incontri con gli ambasciatori, tavoli di lavoro con gli addetti alla sicurezza, vertici con i capi di Stato (da la Repubblica); Zelensky ha liquidato per corruzione i comitati militari regionali, responsabili dell’arruolamento (evidentemente non tutti premono per andare al fronte) e ha dovuto nuovamente precisare che non si useranno armi occidentali verso il territorio russo.

A commento di questa e delle altre notizie, riprendo alcune frasi dal bell’articolo di Domenico Quirico sulla Stampa del 18 u.s. :”Zelensky ha esaurito le munizioni umane, l’ora del compromesso è sempre più inevitabile…… Non diciamo più bugie. Dobbiamo cambiare non ideali, che non abbiamo mai avuto in questa vicenda, dobbiamo cambiare illusioni”. E conclude l’articolo così:” Ci vuole coraggio, Non si abbia paura di ricorrere, per fermare questo conflitto, a strumenti che qualcuno spregia come minimi o volgari, compromessi, rinvii sine die di soluzioni definitive, imposizioni dolorose. Il risultato, tenere in vita esseri umani, li rende sublimi”. Parole sante, una conclusione a mio avviso più condivisibile di quella di Cominelli.

Le deduzioni a seguito di questi fatti dovrebbero essere scontate. Non sembra però che sia così, ad esempio, per molte nostre testate giornalistiche, palesemente nostalgiche della guerra fredda, e servilmente impegnate in una deleteria visione partigiana dei fatti: ci sono giornalisti che a volte sembrano quasi condurre una guerra personale, come è il caso di Anna Zafesova, giornalista russa con evidenti problemi irrisolti nei confronti della madrepatria, sulle pagine della Stampa. La decisione dell’India, una svolta di non poco conto, è stata completamente e colpevolmente ignorata, si preferisce nascondere le circostanze non in linea con la propaganda.

E allora ecco, per chi ancora sembra non vederla, la presumibile visione di quella che sta diventando, o è già diventata, la parte preponderante del Pianeta, a livello numerico, politico ed economico, con la quale saremo costretti a confrontarci: l’occidente, con gli USA in testa, sta perdendo la sua supremazia, i valori occidentali (neo colonialismo, sfruttamento del terzo mondo, ecc?) sono destinati ad essere superati a favore di un nuovo ordine mondiale. Ma il fatto, che deve necessariamente suscitare in noi una riflessione, è che questa visione risulta essere in totale coincidenza e sinergia con quella enunciata al FORUM di DAVOS, vero luogo del potere mondiale, che va sotto il nome di GREAT RESET. La nuova strategia è stata favorita dalla comparsa di un virus per il quale è stata ormai appurata la genesi artificiale, con buona pace della buonanima di Luc Montagner, bistrattato in vita in ogni modo quando solitario lo affermava. Sarebbe naturale fare due più due, ma il nostro condizionamento è asservimento sono ormai a livelli forse irrecuperabili, e forse alcune verità si preferisce non volerle neanche prendere in considerazione: troppo lontane dal comune sentire e troppo dure da accettare.

In conclusione: questa opposta visione crede che a causare la guerra sia stata la politica imperialista e aggressiva degli Stati Uniti che, venendo meno ad impegni presi, ha continuato la sua non necessaria e non giustificata espansione ad est, sulle orme di Napoleone ed Hitler, verso un nemico che con tutta evidenza non voleva essere tale: come ultimo atto decisivo ha organizzato il colpo di stato in Ucraina del 2014, per ammissione diretta (vedi Nuland, famosa per il suo “fuck Europe”, la sintesi perfetta). Ha da allora scelto in proprio le classi dirigenti ucraine, per inciso spesso dichiaratamente di simpatie naziste (la riesumazione della statua di Banderas ne è la prova provata), ha boicottato, per ammissione della Merkel e di Kissinger, gli accordi di Minsk, ha comprovatamente fatto saltare il Nord Stream 2, per rompere in maniera eclatante il legame della Russia con l’Europa, che tanto benessere e ricchezza ci aveva portato, e si potrebbe continuare. Primo obbiettivo, dividere in due l’Europa, verbo che in greco si traduce in diaballo, da cui la parola diavolo. In proposito, per non dimenticare fatti storici con molte analogie sfuggiti a Cominelli, rubo un pensiero dal bellissimo libro di Paolo Rumiz “Il filo infinito. Viaggio tra i monasteri alle radici d’Europa”. La frase è la seguente: ”In Jugoslavia le cannonate autentiche furono meticolosamente preparate dalle cannonate dei media e dalle bugie dei persuasori occulti”. Il copione si è tristemente ripetuto, si individua una polveriera, ci si lavora un po’ e poi si finge di meravigliarsi se, ad un tratto tutto salta in aria, nascondendo la mano che ha appiccato il fuoco. In questo caso il vero obbiettivo perseguito è la dissoluzione della Russia: si possono ritrovare facilmente su riviste specializzate mappe della possibile suddivisione della Russia in 20 o 30 statarelli, con le imprevedibili conseguenze. Con tutta evidenza sono le immense ricchezze russe a far gola, ed era stato lo stesso Kissinger a dirlo apertamente a Putin anni fa, il resto è fuffa, neanche tanto bene assemblata.

A suo tempo le dichiarazioni della Von der Layen, della Metzola, della ministra degli esteri tedesca Baerbock (e oggi della nostra premier, il pianeta donna si è rivelato inopinatamente più guerrafondaio dei soliti maschiacci), puntavano alla vittoria. Nessuno può sapere quale sarà l’esito finale, ma sarebbe forse auspicabile qualche ripensamento autocritico, e soprattutto cercare di puntare alla pace, riconoscendo ad esempio quelle istanze che parlano di legittima difesa della nazione russa, situazione fotocopia della famosa crisi di Cuba, gestita in ben altro modo da politici di ben altra statura. O dovremo rassegnarci ad essere governati da servi ignoranti, inetti o in malafede, o solo ricattati?

Tenere conto di ogni possibile sviluppo degli eventi è di basilare importanza per poter così impostare la collocazione dell’Italia e dell’Europa, che a mio avviso dovrebbe avere una posizione terza rispetto alle due potenze che sembrano essere in una progressiva rotta di collisione (e, banalmente, tra i due litiganti……!!!!).  Meglio, dovrebbe essere l’Italia a incidere il nuovo sentiero per poter sperare di non essere più passivi strumenti di interessi altrui. Il completamento ideale di questa visione utopica sarebbe che dell’Europa autonoma potesse far parte a pieno titolo anche la Russia, come d’altra parte è sempre stato, a cominciare dalla cultura e dalla religione, e come auspicato da San Giovanni Paolo II, Papa polacco (e questo è significativo), per il quale si sarebbe dovuta costituire l’Europa da Lisbona a Vladivostock: ricordiamo che Mosca è stata definita la terza Roma, ma ricordiamo anche le numerose ed ossequiose visite di Putin in Vaticano. In un articolo precedente l’inizio della guerra (CLICCA QUI)   ,avevo ipotizzato una diversa politica europea, idea ribadita In un altro scritto del Febbraio scorso (CLICCA QUI) , ma ricordo anche quanto affermato da Kissinger nell’intervista su La Stampa del 25 Gennaio scorso: ” Io credo che, comunque finisca in Ucraina, la Russia debba essere senza dubbio inclusa nel quadro europeo”.

Ultim’ora: è stato arrestato il pacifista ucraino Yurii Sheliazhenko, sostenitore dell’obiezione di coscienza, un contraltare all’interventismo femminile.

Massimo Brundisini

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