La scadenza elettorale del 3 e 4 ottobre si caratterizza per  una vistosa  anomalia : i programmi elettorali dei candidati alle 1349 amministrazioni comunali in scadenza  presentano scarse risposte alla sfida del P.N.R.R. che ha, invece riconosciuto agli enti locali un ruolo preminente nella politica d’investimento

Questa disattenzione non è e casuale perché determinata da  un “Collo di Bottiglia” ,rivelatosi insormontabile. Trattasi dell’individuazione di un criterio di oggettiva virtuosità finanziaria  nella distribuzione delle nuove risorse  all’interno delle aree metropolitane tra il comune capoluogo egli altri comuni metropolitani e tra la citta metropolitana ed i  comuni esterni .

In realtà  il vecchio schema dell’Amministrazione per procedure ,ha determinato  una  sovrapposizione tra il piano  strategico della Città Metropolitana (deve razionalizzare le risorse esistenti senza ricorrere a risorse aggiuntive) ed il   bilancio (deve realizzare l’equilibrio tra entrate e spese ) che , invece, la legge n.56/2014,nettamente  distingue.

Ne è  derivata la massima discrezionalità nell’individuare i criteri di erogazione  e l’emarginazione  dei  comuni esterni , impossibilitati a  beneficiare dei   risultati  ottenuti nel territorio metropolitano nel  quale . si concentrano  le maggiori opportunità  in termini di crescita economica ed attrazione di investimenti.

Per eliminare questo “Collo di Bottiglia” è necessario ricorrere al modello della “Qualità delle Istituzioni “ proposto, sin dal 2009, da Mario Draghi per le amministrazioni locali  e tradotto nella riforma costituzionale del 2012 e nelle le conseguenti norme di attuazione. Consiste nel sostituire la vecchia  “Amministrazione di Procedure “con  ” l’Amministrazione risultati che pone al centro   dell’analisi  l’esperienza amministrativa, i suoi risultati e la relativa valutazione.’ Pertanto,  evitando  l’errore della sovrapposizione è  possibile  individuare   nella misurabilità empirica delle interdipendenze fiscali l’unità di analisi e d’intervento che governa la logica d’interdipendenza e di mutuo vantaggio, valida all’interno dell’area metropolitana ed atta ad estendere anche  alle aree esterne i risultati  ottenuti .In tal modo si contribuisce  all’aumento della  competitività   delle 72 province esterne alle aree metropolitane delle intere regioni  mentre vengono  bilanciate   le tendenze contrapposte alla spesa eccessiva  o, viceversa, troppo scarsa, evitando  errori che determinerebbero l’impoverimento dell’area Metropolitana.

Questa  logica d’interdipendenza, trasformando le Città Metropolitane in “Motori dello sviluppo economico “,assicura la collaborazione tra Italia metropolitana e Italia non-metropolitana sulla quale si gioca lo sviluppo economico e civile di ogni regione.

Ora Mi.TO rappresenta l’unica  risposta alla sfida del  P.N.R.R perché i piani  strategici delle Aree Metropolitane di Torino e Milano sono riusciti ad eliminare il citato “Collo di Bottiglia” avendo fatto riferimento  allo schema di Mario Draghi dell’Amministrazione per risultati “.

Infatti  con detto schema  è stato possibile elaborare il piano  strategico di Torino (20/V/2016) il piu difficile perché relativo al territorio metropolitano più esteso d’Italia (  315 comuni divisi in 11zone omogenee )e risolvere  il problema della polverizzazione dei comuni estendendo detto risultato anche alle province esterne. Una netta  alternativa al Piano  della giunta Appendino, limitato a  semplici mappe geografiche.

In questa logica  il   Piano strategico dell’Area Metropolitana di Milano(2019/20121 )  producendo  i “beni comuni territoriali “ha esteso  anche alle aree esterne i risultati  ottenuti nell’area metropolitana contribuendo all’aumento della loro competitività  e, quindi ,dell’intera Lombardia. Pertanto, giusta la critica del sindaco di Milano Giuseppe Sala alla Giunta  Fontana che, proponendo una regione  accentratrice , soffoca con nuovi vincoli burocratici la Città  di Milano che pure contribuisce col 10%  al PIL .Viene cosi trascurata  la storica tradizione lombarda delle autonomie locali che ,con  Carlo Cattaneo ,non mortifica ma esalta il ruolo del comune luogo non solo delle   tradizioni civiche ma anche  scambio  culturale  politico, ed economico. Di qui  il concetto del comune i cui  profili  giuridici si integrano con  quelli economici, .ripreso da Alcide De Gasperi con il modello di riforma istituzionale che rifiuta la conformità alla legge come unico parametro dell’efficienza della P.A.(legge n 625/1950) ed, istituzionalizzato definitivamente  dal citato modello della Qualita delle istituzioni di Mario Draghi.

In conclusione MI.TO di Beppe Sala e Stefano Lo Russo rappresenta l’Attaccapanni (per dirla con Luigi Einaudi) che consente  rispondere alla fiducia risposta dal P.N.R.R. nella capacità di realizzazione degli enti locali .IN particolare, “mettendo a reddito” la comune esperienza  di “Amministrazione per risultati “ricorrono a MI.To non come sommatoria di pratiche burocratiche ma come l’innovazione istituzionale capace di far convergere tutti gli enti locali verso il comune interesse del buon fine dell’investimento dei 39€ miliardi assegnati dal PNRR alle amministrazioni locali.

In tal modo, ”irrobustendo” l’intero sistema delle autonomie locali, viene  garantita  produttività della spesa. crescita, diminuzione del debito pubblico e del divario Nord/Sud  ed, anche  l’immediato incasso.

Infatti, a differenza delle altre riforme (fisco, giustizia ecc) la “Qualità delle Istituzioni “è  una riforma  già in vigore dal 1/01/2016  ed anche corredata  della valutazione del relativo impatto economico.

Antonio Troisi

About Author