Da quando è stato lanciato il nostro Manifesto ( CLICCA QUI ) è tutto un susseguirsi d’interventi che riguardano la nascita del “nuovo” soggetto politico d’ispirazione cristiana aperto a credenti e non credenti per offrire una vera alternativa a un sistema politico finito definitivamente in crisi.

Ora interviene anche Il Ponte ( CLICCA QUI ) la rivista della Diocesi di Rimini che  ha intervistato al riguardo il riminese doc Stefano Zamagni. Egli, facendosi interprete delle sollecitazioni dei tanti singoli e dei rappresentati dei gruppi sottoscrittori del Manifesto per lo svolgimento di un’Assemblea costituente da organizzare subito dopo lo svolgimento delle elezioni dei prossimi 20 e 21 settembre, ha indicato per quell’appuntamento le date del 3 e del 4 ottobre pv.

L’intervista è stata un’occasione per parlare dell’iniziativa culturale politica avviata da Politica Insieme che sta per sfociare nella costituzione di un partito che richiami tutti gli italiani all’impegno per una trasformazione del Paese dopo che le lunghe stagioni dichiarate riformiste si sono rivelate insufficienti.

“Questa discesa in campo arriva dopo i numerosi “inviti” ai cattolici italiani di papa Francesco e del cardinal Bassetti di occuparsi di politica, spiega Stefano Zamagni, il quale ricorda che l’antefatto è il fallimento della “diaspora” lanciata dal cardinal Ruini, “che a suo tempo – siamo negli anni 90 – aveva le sue buone ragioni, dopo lo scioglimento della Dc. Di fatto, però, i cattolici in politica si sono frazionati finendo per non contare più nulla. Ma saranno davvero così irrilevanti i cattolici, oggi, come ha detto il cardinale Camillo Ruini in una recente intervista al ‘Corsera’? L’associazione ha comunque recepito la provocazione del Papa e della Cei e, dal basso, ha iniziato un percorso, con numeri sempre in aumento di chi vi si riconosce”.

Stefano Zamagni prosegue ricordando il lavoro svolto da Politica Insieme nonostante la pandemia attraverso 14 gruppi di lavoro che hanno operato per arrivare a definire la piattaforma programmatica del nuovo partito che avrà tre connotazioni: “di centro, moderato; autonomo rispetto alla destra e alla sinistra; laico, non confessionale e aperto a credenti e non credenti, che si riconoscono e aggregano sulla base della piattaforma programmatica”.

L’economista sottolinea che ” a confronto di quello che non c’è negli altri partiti, in ‘Politica Insieme’ c’è una prospettiva, un respiro, una visione, di medio e lungo termine. Se non immettiamo una forza nuova e con una ispirazione cattolica, nessuno può scommettere sul futuro del Paese”.

Stefano Zamagni ricorda i punti che caratterizzeranno la proposta del nuovo soggetto politico:“Primo: aggancio convinto all’Europa, ma non ad occhi chiusi, proponendo invece una ridiscussione e modifica dei tre trattati dell’Europa (Maastricht, Dublino e Lisbona) perché ormai obsoleti. Un modello di sviluppo economico basato sull’economia civile di mercato. Oggi vivono due modelli: neoliberista e neostatalista di mercato. Questa nuova forza propone un modello che affonda le sue radici nel Settecento italiano e dentro il mondo cattolico, con la specifica caratteristica di mirare alla prosperità inclusiva. La terza caratteristica è il ripensamento della struttura istituzionale Stato-mercato-comunità: occorre prendere sul serio il principio di sussidiarietà. Passare cioè da un modello duale ad un modello tripolare, una terza economia espressione della precisa volontà di rigenerazione del tessuto sociale. Quarta caratteristica, il riferimento ai principi fondativi della Dottrina Sociale della Chiesa. C’è chi fa riferimento al liberalismo e al socialismo, perché altri non possono ispirarsi ai principi del cristianesimo? Non intendiamo imporre nulla ma proporre, tanto più che negli ultimi 25 anni i cattolici sono stati ‘sbeffeggiati’ e messi in angolo nel silenzio più assoluto”.

Cinque i temi forti. “Lavoro, famiglia, scuola, pace ed Europa, nella convinzione che gli attuali poli sono inadeguati a incarnare le istanze dei cattolici”, dice Stefano Zamagni che aggiunge: “lo sanno anche i sassi che ormai in Italia abbiamo bisogno di dare vita a un soggetto politico di centro, moderato, autonomo sia dalla destra sia dalla sinistra. Questa storia del centrodestra e del centrosinistra ha letteralmente rovinato la nostra democrazia. Tutti ci lamentiamo ma nessuno ha il coraggio di indicare la causa generatrice di questo malfunzionamento: il bipolarismo che uccide la democrazia. Il Bipolarismo va bene solo negli ambienti anglosassoni, lì c’è una unitarietà di fondo tra gli elettori e la differenza è solo di programmi spiccioli. Quindi va bene che ci sia una formazione di destra e anche di sinistra. Ma perché non ci deve essere una formazione di centro che si ispiri ai principi del cristianesimo?”.

Alla domanda se s’intenda rifare la Dc la risposta di Stefano Zamagni è netta:“Assolutamente no. Un anno e mezzo fa ho scritto un saggio in cui dicevo che la Dc ha avuto una grande funzione ma ha esaurito il suo corso storico. Nessuno ha in mente di ricostruire la Democrazia cristiana: chi dichiara il contrario o è stupido o in malafede. L’obiettivo è piuttosto quello di dar vita ad un partito aperto a credenti e non credenti, che si riconoscano in una piattaforma. Se non può esserci un ’partito dei cattolici’ c’è più che mai bisogno di un soggetto autonomo d’ispirazione cristiana, nel solco della lezione ruiniana del dialogo con altre forze politiche”.

Esiste ancora la diaspora e le dispersione dei cattolici in politica che secondo Stefano Zamagni si “sono presentati in modo scollegato e a volte competitivo, senza tener conto che in politica bisogna raggiungere la massa critica. E hanno finito per raggiungere solo qualche particina. In sintesi: hanno cercato di essere rilevanti ma senza averne la dimensione”.

Infine le conclusioni del suo ruolo personale: “Personalmente non sarò candidato né a livello nazionale né locale ma il mio sarà un contributo di proposte e di idee e non per occupare posizioni”.

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