La difficoltà di coinvolgimento delle associazioni, gruppi o movimenti ecclesiali verso un’azione politica convergente, d’ispirazione cristiana,in risposta alla difficile crisi che stiamo vivendo, non dev’essere addebitata, a mio avviso, solo all’incapacità di saper uscire dal proprio “circolo” di appartenenza.
La principale e significativa difficoltà va contemplata nella mancata visione profetica e comunitaria; nel non saper vedere, cioè, il motivo ultimo della propria esistenza rispetto al cammino storico di Salvezza a cui quella Associazione, Gruppo o Movimento è stato chiamato. La visione cristiana della vita non può prescindere da una più autentica significazione escatologica. L’esserci dunque di ogni movimento deve essere inglobato in un esserci più esteso perché tutto, in questo caso tutti, si concorra al Bene comune e finale.
L’identità cristiana, dunque, sorretta da una sapiente lettura dei segni, nel tempo trasforma il carisma particolare di un gruppo in una sinfonia di azioni comuni che diventano Comunione. Allora, per tornare al mio appello pubblicato giorni fa ( CLICCA QUI ), quale preghiera e convocazione a quanti sentono di avere una chiamata a servire in Politica il carisma di cui si è stati rivestiti dall’Alto, questo è il tempo del coinvolgimento comune. Come? Offrendo ognuno le proprie capacità acquisite nel cammino di crescita comunitario d’appartenenza.
Si perché si tratta proprio di una chiamata da parte di quel Dio che non smetterà mai di avere fiducia in noi, umanità creata a Sua immagine.
Chi diversamente non saprà cogliere il fine ultimo del proprio “esserci” nella Chiesa che vive nella storia, avrà reso vana non solo la comunità, il movimento o l’associazione che dir si voglia, ma avrà tradito lo spirito stesso per il quale quel movimento,gruppo o associazione ebbe ad esistere. Del resto se andiamo a leggere la storia di tutti i gruppi appartenenti alla Chiesa, nati grazie a sante persone che avevano una visione più alta e profetica rispetto ad un misero protagonismo di cui oggi siamo tutti avviliti spettatori, vediamo che tutto iniziava da una necessità o spirituale o di ordine sociale, alla quale rispondere. Anche oggi occorrono uomini e donne coraggiosi e profeti di questo tempo.
La diversità, recitiamo sempre, è ricchezza, ma quando lo spirito che la genera è falsato da improprio egoismo, diventa differenza e/o diffidenza in termini negativi e divisivi.
Dunque, rientriamo in noi, nella consapevolezza che tutti concorriamo al bene e siamo nati per compierlo.
Chi ha talento e competenza e appartenente ad un movimento cristiano portatore di un carisma urgente per illuminare questi anni bui, non perda tempo.
Poi potremo fare tutti i discorsi e analisi che la politica comporta, ma non saper cogliere i tanti segni dell’oggi, è come continuare a camminare in un labirinto la cui uscita risulta impossibile. Infine, come aspetto non ultimo, il sapere che l’agire politico di un cristiano è determinato da una risposta ad una chiamata dall’Alto, lo rende libero dai tanti legami umani che spesso squalificano l’azione stessa del servire gratuitamente.
Sarà un cammino lento, ma comunque già intrapreso dai tanti laici che, allenati nei propri percorsi di volontariato, hanno compreso la necessità di dirottare il proprio servizio verso la riconquista di un ruolo significativo e urgente nella Politica.
Non si chiede ai gruppi e movimenti di snaturare le proprie radici, ma di saper inviare operai nella nuova vigna. Quella che dovrà generare nuovi frutti e orizzonti di bene, equilibrio, bellezza di vita.
Allora sarà forse questo un modo per recuperare il vero significato del cristiano quale lievito o seme, non sparso in terreni aridi, ma in quelli già arati dai tanti gruppi e comunità, per diventare tutti persone nuove, secondo il volere di Colui che ci vuole creature libere e non individui schiavi di un sistema o di dittatori dell’ultima ora.