Un paradigma fondamentale da ridefinire anche in occasione delle prossime elezioni nelle Città è la SOSTENIBILITA’: la pandemia si è sviluppata nel cuore del processo di cambiamento di un mondo che era caratterizzato da:
1) progressiva finanziarizzazione del sistema economico con prevalenza della speculazione fine a sé stessa rispetto al supporto dell’economia reale;
2) globalizzazione dell’economia e della finanza, con progressivo spostamento del baricentro decisionale verso i Paesi del Sud-Est asiatico e della Cina, con conseguente graduale perdita di ruolo dell’Europa;
3) rivoluzione tecnologica e conseguenti conflitti tra gli attori in scena per diventare protagonisti principali e quindi controllori, nella costruzione delle grandi infrastrutture digitali e no, che segneranno il futuro della competitività tra le varie nazioni/continenti.

La finanza non deve più essere speculativa, ma operare integrando pubblico e privato nella consapevolezza che i campi di intervento saranno molteplici e dovranno favorire più ambiti.
1 – La ripartenza e la crescita ricomincino delle aziende, distinguendo quelle che avranno un futuro da quelle che dovranno essere riconvertite;
2 – Si realizzi una effettiva integrazione fra le Università e il mondo dell’Economia e della Finanza che non può essere incontro fra élite (i Rettori con i CEO delle grandi Banche e le grandi aziende), ma confronto capillare e diffuso;

3 – I problemi, la ricerca delle soluzioni e le risposte devono nascere da chi innanzitutto è in grado di avvertire che sta affrontando un periodo difficile ed avere il coraggio di parlarne con qualcuno, con una struttura che, oltre a offrire una generica solidarietà, sia in grado di analizzarlo, valutarlo e trovare delle soluzioni realistiche. Questo vale per i giovani che vogliono diventare imprenditori, per le piccole aziende in crisi, per i commercianti, per le partite IVA etc. I problemi sono molti e spesso molto differenti e quindi le soluzioni devono essere personalizzate.
La proposta è quella di lanciare una rete di “Sportelli dei problemi e delle idee “, che, partendo dall’ascolto delle situazioni specifiche, sia in grado di programmare un percorso che possa dare una risposta e una soluzione concreta.

Tre punti: struttura fisica e digitale, competenze e alleanze, mezzi finanziari (capitali e prestiti)
1 – Struttura fisica e digitale: bisogna essere presenti sul territorio sia materialmente, con sedi polifunzionali, sia digitalmente, con la condivisione del progetto con altre realtà, come quelle operanti nel sociale. La crisi del mercato immobiliare, che ha toccato anche il settore degli uffici, può essere utile per ridurre i costi di tale iniziativa.
2 – Competenze e le alleanze: occorre una chiamata alle armi per reperire le competenze umane. Ciò può avvenire unicamente attraverso alleanze con le società di advisory strategico, grandi e piccole, le Università, le istituzioni finanziarie che, tutte assieme, dovranno fornire il capitale umano per rendere efficiente ed efficace la rete degli “Sportelli dei problemi e delle idee.”
3 – Mezzi finanziari (capitali e prestiti): un capitolo a parte meritano i mezzi finanziari, che dovranno essere immessi per pilotare e rendere vincente la ripresa economica e sociale del Paese. Come noto, una grande massa di liquidità è presente sui mercati finanziari e le manovre espansive di tutti i Paesi, USA, UE e Cina in testa, rendono facilmente reperibili finanziamenti a tassi di interesse estremamente appetibili. Si tratta di un’occasione ideale per far incontrare la domanda di denaro da parte delle imprese per la ripartenza e nuovi investimenti con l’offerta di capitali che desiderano ricevere remunerazioni più interessanti dei “noninteressi” sui depositi.

In Italia oggi ci sono oltre 1.700 MLD di euro depositati in c/c ed oltre 4.000 MLD di risparmi in gestione soltanto in minima parte canalizzati verso il mondo produttivo italiano. È fondamentale quindi che, oltre al canale pubblico rappresentato dagli interventi governativi finanziati dai deficit di bilancio e dall’intervento del Next Generation EU, si riavvii quel patto di fiducia fra pubblico e privato che coraggiosamente deve contribuire con la canalizzazione del risparmio verso il mondo delle imprese. Non in maniera coercitiva, ma attraverso la condivisione di un programma di riforme, di incentivi fiscali, di coinvolgimento che lo faccia partecipe della Rinascita dell’Italia.

Aldo Livolsi

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