In Lombardia il 58,3%, e nel Lazio il 72,8 sono rimasti a casa e non sono andati al seggio elettorale. Ancora non reso noto il numero delle schede bianche e nulle.

La minoranza votante ed il gruppo dei più votati, divisi in più di 6 gruppi, tre di maggioranza e tre di opposizione, ancora non hanno acquisito (o fanno finta) la piena avvertenza del disastro, finge di godersi il risultato. C’è chi ha vinto! Chi sa chi sia??? In realtà, ciascuno trova un motivo per dire ai “suoi” di avere vinto, compreso chi ha perso meno di quanto temeva.

L’astensionismo è il fenomeno tramite il quale una percentuale significativa di potenziali elettori\aventi “diritto al voto” (conquista acquisita spesso con lotte e lutti), non esercita tale diritto. La politologia è incline a ritenere che questo comportamento possa essere dovuto ad irriducibile indifferenza per le questioni politiche, quando non di aperto contrasto con il metodo democratico di scelta. Oppure, per la scarsa attrattività delle opzioni offerte dalle liste, anche dovuta ai criteri opportunistici di fazione, spesso non attrattivi, adoperati dalle segreterie dei partiti nella selezione dei candidati.

Il ceto politico ha chiara l’idea che per sperare che accada il possibile bisogna fare sempre il necessario? La dirigenza politica ha compreso che in democrazia il consenso si contende con idee che appassionino i potenziali destinatari e con candidati di pregio assoluto e con riconoscibilità sociale indiscussa?

Chi tra i candidati ha dichiarato di volere intensamente la migliore distribuzione della ricchezza fra i vari strati della popolazione per sopperire all’aumento di diseguaglianze ed ingiustizie? Chi si è schierato a favore dei giovani e delle loro peculiari esigenze di accesso al mondo degli adulti? Chi ha parlato del nuovo ruolo che le donne devono potere svolgere, sempre e comunque, coniugando le varie tensioni verso i loro obiettivi (maternità, famiglia, affermazioni nel mondo del lavoro), in condizioni paritarie. Nella nuova società italiana del XXI secolo, dopo le battaglie fatte per la loro emancipazione ed acculturazione? Chi ha dichiarato di voler accompagnare verso i futuri miglioramenti il folto plotone dei nuovi ultimi, quelli impossibilitati dagli eventi a stare al passo della contesa sociale? Chi si è fatto paladino di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa a vantaggio del Bene comune e di tutti coloro che non hanno le risorse individuali per infischiarsene?

La risposta è desolante ed il risultato conseguente. Con l’astensione al 60% circa, oltre alle schede bianche e nulle, si evidenzia una astensione indignata, l’elettorato esprime un disagio che non trova alcun voto per esprimere; l’Italia sta vivendo una grave crisi di offerta, di proposta politica, di attrattiva politico sociale e l’astensione lo dimostra. C’è chi parla di crisi della democrazia per abbandono …  dei cittadini.

L’astensione diventa, surrettiziamente ma concretamente, voto di contrasto o, almeno, di distanza con l’offerta prospettata dalle liste elettorali.

Chi non ha votato, due italiani su tre, continuerà a tifare da casa? A quale gruppo s’iscriverà? Dove siederà idealmente?

Pretendere di veder fare grandi riforme con il 37% circa di consensi, divisi tra maggioranza ed opposizione, (magari modificare la Costituzione e, a che ci sono, anche i … Dieci Comandamenti) con ognuno degli schieramenti sostanzialmente diviso in tre tronconi, sarebbe da velleitari inconsapevoli!!

E’ mai possibile che in questa situazione di rappresentanza ci si senta legittimati ad attribuire divisive nuove autonomie a soggetti che interessano tanto poco ai loro cittadini, come dimostrato nei giorni 12 e 13 del corrente mesi di febbraio?

I votati, da tanto pochi, lo capiranno? Si accamperanno nei consigli regionali? A nome di chi? Auspicabilmente, non delle loro comunità. Diventeranno mai classe dirigente con l’obiettivo dell’interesse del Paese? Decideranno mai di guardarsi dentro e tentare di capire ciò che è avvenuto loro il 13 febbraio 2023? Di essere rappresentanti di una striminzita minoranza di elettori? Quale il tasso di legittimazione sostanziale? Capiranno mai che gli italiani hanno manifestato, con la distanza, di non gradire gli scontri con i più forti in Europa, capaci da farci male e fino a maggio 2024 di rispondere NO a qualunque proposta italiana, stabilita da rappresentanti di minoranze?

Il 63% degli italiani non votanti, la maggioranza assoluta, chi lo rappresenta? Si è indagato sul voto dei giovani? E’ vero che povertà ed astensionismo disegnano curve coincidenti? Questo, cosa indica al Governo? Quali le Proposte a livello regionale? Attenzione a non svegliarsi in una landa desolata popolata da trichechi in letargo!!!

E’ il momento della proposta. Ne avanzo una: urge una riforma elettorale a carattere proporzionale, con le preferenze per legare elettori ad eletti, a doppio turno, con ballottaggio tra coloro che hanno conseguito il maggior numero di consensi; con l’attribuzione dei seggi in proporzione agli elettori votanti, rispetto agli iscritti alle liste elettorali; gli altri seggi, in proporzione al numero degli elettori non andati a votare, saranno  da assegnare in occasione di una nuova tornata elettorale da convocare non prima di 6 mesi dalla precedente; si tornerà ad un rapporto stretto tra gli elettori e gli eletti e diminuirà il potere incongruamente condizionante delle segreterie di partito; saranno i candidati ad indurre, nel comune interesse, gli elettori ad andare a votare.

Serve capitale umano di spessore che si trasformi in capitale politico propositivo grazie a visione, valori, competenza, esperienza, empatia, presenza e vicinanza, carità comprese per trasformare progetti quali quelli infra ritenuti opportuni  in realizzazioni a vantaggio di chi non ha neanche più il coraggio di sperare.

Per dirla con Benigni, “Chi sogna, arriva prima di chi pensa”. Chi sarà il Partito che per primo sponsorizzerà una proposta in tale direzione? INSIEME si candida a coagulare forze, a partecipare ed a contribuire.

Massimo Maniscalco

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