La nostra proposta politica ha, come suo fondamento, il riconoscimento della intangibile dignità della vita di ogni persona e, quindi, la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e l’attenzione a tutti i soggetti più fragili della società (anziani soli, giovani emarginati, poveri, persone che fuggono dalla fame e delle guerre ).
La pandemia Covid-19 costringe tutti – da qualunque cultura si provenga – a ricercare una risposta di “vita” in questo versante doloroso della nostra storia ed a superare la deriva involutiva di una asserita “cultura dominante” che vuole imporre una visione della vita umana come qualcosa di liberamente manipolabile e disponibile.
Se avessimo un senso ben preciso della vita, se ci fosse una cultura della vita e fossimo coscienti di essere creature e non Creatore, se fossimo politicamente maggioranza nel Paese avremmo un’altra legislazione sulla vita dal concepimento al passaggio alla vita eterna, non avremmo il problema – legislativo, non solo culturale – della omotransfobia, del matrimonio tra persone dello stesso sesso, con il conseguente problema dell’utero in affitto.
Per scoprire quale sia il senso della vita occorre conoscere il fine per cui Dio ci ha creati.
L’Europa di San Benedetto e dei Santi Cirillo e Metodio, ancora sfolgorante nelle sue cattedrali, radicata “geneticamente” nel sigillo dello spirito cristiano, ci viene presentata come una indistinta massa geografica che si vorrebbe far risalire a non si sa quale indefinito processo di sviluppo antropologico.
A questo artificioso ragionamento è riconducibile la negazione delle radici cristiane dell’Europa decretata dai moderni Soloni e imposta a milioni di uomini di cui si è cinicamente ignorata la più sacra appartenenza identitaria come singoli e come nazioni.
Dio non solo crea, ma continua nella sua amorevole cura dell’umanità e non l’abbandona, neppure quando Gli vengono date le spalle.
La verità è che l’aborto è un omicidio, parola forte.
Una verità che non è in contraddizione con i valori di apertura agli altri, alla solidarietà, alla libertà ed al rispetto.
Preservare la dimensione umana passa attraverso l’amore: se non ami non riesci a farti carico della vita.
Il 23 settembre, Papa Francesco lancia un appello “….ai parlamentari di tutto il mondo contro le leggi abortiste ed eutanasiche”.
Sono bastate poche parole al termine dell’udienza del mercoledì per rafforzare le posizioni di chi difende il valore della vita umana.
Se il Vaticano ha approvato un importante documento che mette dei precisi paletti – anche politici – al fine vita, ribadendo che il Magistero della Chiesa non è mai cambiato e che qualsiasi depenalizzazione a favore di uno scivolamento verso l’eutanasia o il suicidio assistito è da ritenersi un crimine morale, nei giorni scorsi, all’appuntamento settimanale, il Papa, dopo aver letto la catechesi sulla pandemia, ha aderito alla campagna “pro life”, portata avanti dai polacchi.
Tra poco – ha detto nell’udienza generale, nei saluti ai fedeli in lingua polacca – “benedirò una campagna che si chiama La Voce dei non nati” commissionata dalla Fondazione “Sì alla vita”.
Essa accompagnerà gli eventi volti a ricordare il valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale.
La sua voce risvegli le coscienze dei legislatori e di tutti gli uomini di buona volontà in Polonia e nel mondo.
E allora come non tornare a Colui che è Via, Verità e Vita, che è Luce e Pace, che è fonte della Grazia, che è il Vangelo di Cristo che è salvezza. Noi che crediamo nel servizio della politica dobbiamo sì confrontarci, discutere, scegliere, ma non cedere alla dicotomia tra quello che siamo e quello che facciamo.
Mauro Zenoni