Il “mito americano”, impersonato da J. F. Kennedy è ormai così tanto remoto alla nostra, cruda ed inaspettata realtà del mondo occidentale che, se ci pensi bene, sembrano trascorsi secoli, quasi un passaggio dal paleolitico al neolitico. Siamo insabbiati, mentalmente e operativamente, nell’era social, in cui basta un click o un tik-tok più attraente e toccante della media per conquistare milioni di voti, fare fortuna economicamente. Viviamo nell’epoca dei sovranisti alla Orban, ignorante totale, alla Putin e Trump, spavaldi detentori di sistemi pseudo-democratici, “grandi amici” del potere per sempre (o mai?), pronti a dividersi il pianeta terra, previo assenso, tacito o esplicito, della Cina e dell’India.
Mi chiedo, allora, che democrazia è quella che: a) prevede una spesa sanitaria irrisoria, praticamente inferiore di un punto percentuale rispetto alla media europea, b) non riesce ad eleggere il presidente RAI in parlamento, c) non vede svolgere regolarmente e come sempre la conferenza stampa da parte del Governo, d)registra dati tutt’altro che rassicuranti sull’inflazione reale a differenza di quella “ufficiale” dell’ISTAT, e) non riesce ad affrontare e risolvere il drammatico fenomeno nazionale delle vittime sul lavoro, in costante crescita, e nonostante i reiterati appelli e forti moniti del Presidente Mattarella, f)non riesce a prendere una decisione autonoma di “real politik” in tema di conflitto mediorientale, che non sia a ricasco della politica imperialista degli USA, g) se si continua – la premier specialmente – a spaccare il Paese, rivolgendosi alla propria parte politica elettorale, continuando a inveire contro “loro”, mentre “noi .. (noi chi?), h) ormai un italiano su due si rifiuta di votare sia alle politiche che, addirittura, alle regionali!
E se, nonostante questo elenco di osservazioni e perplessità, la tendenza di voto resta a favore dei partiti della maggioranza governativa, vuol dire che c’è un’enorme inconsapevolezza e disinformazione fino al punto di mettersi il “prosciutto avanti agli occhi”, oppure non si riesce a vedere un’alternativa valida, rinunciando al primario diritto/dovere di partecipazione democratica. E il dubbio di fondo resta forte e “sovrano” …
Michele Marino