E’ un vero peccato che la manifestazione romana di Piazza San Giovanni, che segnava la reazione ai gravi fatti avvenuti la settimana prima, culminati con l’assalto alla sede della Cgil, non sia stata unitaria. Il centrodestra non si è convinto neppure sapendo che non ci sarebbe stata l’esposizione di alcuna bandiera di partito.

INSIEME c’era idealmente come era stato scritto ai segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil ( CLICCA QUI ), con lo spirito di riaffermare i valori della maggioranza degli italiani che credono nella Costituzione e nei principi democratici, contro ogni estremizzazione.

Quella di ieri poteva essere l’occasione in cui il ribadire l’adesione alla scelta antifascista della Repubblica italiana diveniva un elemento utile a far ritrovare almeno un po’ di quel che unisce, piuttosto che continuare a ribadire, cosa del tutto chiara ed evidente, senza il bisogno di essere ogni volta rimarcata, ciò che mette i partiti e gli schieramenti  da una parte invece che dall’altra.

In contemporanea, ha toccato molto vedere il Primo ministro conservatore, Boris Johnson, recarsi con il suo principale avversario, il capo laburista Keirn Starmer deporre insieme i fiori nel luogo dove è stato ucciso il parlamentare Tory David Amess.

Dobbiamo riflettere noi italiani su ciò che richiama, comunque, ad un senso di partecipazione comune a ciò che a tutti appartiene. A maggior ragione quando continuiamo a sostenere che abbiamo oltrepassato la stagione delle ideologie. Il riconoscere l’esistenza di un comune orizzonte di valori costituzionali non significa rinunciare ad essere se stessi e far valere le proprie ragioni.

Ieri era anche l’anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma del ’43. Giorgia Meloni ha espresso una netta condanna di quello che ha chiamato l’orrore nazifascista. Parole chiare che confermano una indiretta presa di distanza, da tutti attesa in maniera più esplicita, dai responsabili dei fatti di Roma di sabato 9 ottobre.

E’ evidente, allora, che le motivazioni che stanno alla base della sua assenza in Piazza San Giovanni possano essere ascritte alla polemica politica che in questo Paese resta virulenta e, purtroppo, quasi avulsa dalle questioni programmatiche. Cosa che invece dovrebbe divenire il vero tema di confronto tra le forze politiche, isolando tutti coloro che ancora pensano, magari con la violenza, di far trionfare quell’estremismo politico che tanti danni ha portato, e a lungo, al nostro Paese.

Certo, in un clima in cui la fanno da padrone la faziosità, la scelta aprioristica e prevenuta, una discesa in campo fatta più con le viscere che con il raziocinio, c’è ancora molto cammino da fare verso quel giorno in cui potremo dire di essere finalmente giunti a realizzare una moderna democrazia compiuta. A San Giovanni, però il centrodestra con la propria assenza ha perso un’occasione per marciare in questa direzione.

 

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