Questo intervento segue quello pubblicato il 29 marzo scorso ( CLICCA QUI ) a firma dello stesso autore

 

A fronte del rischio di esporre un’intera generazione non solo alle perdita di conoscenze difficilmente recuperabili ma anche alle conseguenze della solitudine sociale, in base all’articolo 120 della Costituzione, il Governo, se avesse voluto, avrebbe potuto sostituirsi alle regioni ed agli enti locali nelle decisioni in tema di istruzione e didattica, in caso di pericolo grave, come l’attuale, per la pubblica incolumità e sicurezza

Avverrebbe lo stesso rispetto all’attuale disagio se, meglio coordinata dai decisori protesi verso i risultati, in presenza in luoghi sanificati, igienizzati, purificati, la Scuola insegnasse ad utilizzare al meglio orientamento, formazione delle coscienze, sviluppo del pensiero critico, tecniche di apprendimento, incremento di competenze a largo spettro, tecnologie di conoscenza e relazione, robotica, applicazione dell’innovazione ai processi produttivi, lingue straniere, saper fare?

Serve ripensare la Scuola, da quanti più punti di osservazione possibile, con la persona al centro e con lo sguardo al futuro prossimo, in quanto elemento determinante per la costruzione del futuro europeo della prossima generazione di cittadini, alla realizzazione del quale sono destinati i fondi di provenienza dal Next Genaration EU; né la politica né le pubbliche amministrazioni potranno abdicare alla regola di “compiere i doveri del proprio stato” quali indicati dall’Europa, ricordando nel guardare la vicenda dal punto di vista degli scolari\studenti che il più importante dei diritti è il diritto ad avere diritti e dal punto di vista dei docenti il più pressante dovere è dare il meglio meritocraticamente ed essere disposti a sottoporsi ad eque valutazioni sui risultati, da costruire o da migliorare ove esistenti; la formazione post laurea di tutti i docenti, finalizzata al sapere insegnare, al sapere comprendere le persone, al sapere comunicare deve essere continua e dinamica, poiché la intera vita lavorativa del docente è oggi caratterizzata dell’impatto di situazioni ed esperienze non immaginabili al momento della sua entrata in ruolo; le valutazioni, ove supportate da oggettive trasparenze,  devono essere supportate da congrue premialità.

La questione della professionalità del docente si pone oggi, sia dal punto di vista della formazione di base che da quello dell’assunzione in servizio e poi, della valutazione in corso di attività.

Al docente sempre più è richiesta capacità analitica e di sintesi, i docenti dovranno stare sempre meno dietro la cattedra ed essere  sempre più capaci di interpretare il ruolo, molto gratificante per chi sceglierà di ricoprirlo, dei direttori d’orchestra della comunità educante.

L’Europa chiede ai sistemi scolastici degli stati nazionali di garantire a tutti gli studenti europei un corredo di valori, conoscenze ed abilità che consenta loro di sfruttare al meglio quanto ricevuto in termini di istruzione\formazione lavorando all’interno del territorio europeo e non, necessariamente, nel cortile di casa.

Trattasi di autentica rivoluzione che dovrà essere accompagnata dalla disponibilità di risorse per dispiegarla sul territorio in modo realmente omogeneo; come infra già scritto il PNRR prevederà, per queste esigenze, rilevanti risorse: si tratta, adesso, di spenderle bene, come il Governo e la classe dirigente politico burocratica certamente si sforzeranno di fare; alle comunità l’obbligo di monitoraggio, controllo, critica seri, obiettivi, consapevoli e solo dopo inflessibili.

Dedicarsi con attenzione alla formazione dei giovani con riguardo all’aspetto capitale umano del futuro significa aiutarli, da parte della dirigenza del Paese e della didattica consapevole del proprio ruolo, a concentrare gli sforzi sulla consapevolezza e conoscenza prima e poi favorirne il più agevole accesso al mondo del lavoro (necessaria finalità di ogni buona politica) con la forza derivante dall’importanza del proprio bagaglio subito dopo.

Investire nella conoscenza dei settori trainanti che creeranno i lavori di domani, alcuni ancora oggi ignoti, consentirà di trasformare la crisi in opportunità a vantaggio delle più giovani generazioni.

Subito dopo i primi passi, compiuti in famiglia, ove tutto ha inizio per ciascuno di noi, necessario partire dalla disponibilità eguale in tutte le aree del Paese degli asili nido, prima occasione per i più piccoli per fare conoscenza con una comunità extra familiare, dalla Scuola, superando l’anacronistica separazione tra sapere intellettuale e sapere manuale e professionale per farne il luogo fondamentale ove favorire contestualmente formazione delle coscienze ed acquisizione di saperi e competenze funzionali allo sviluppo delle personalità secondo inclinazioni da fare emergere.

La Scuola consapevole del proprio ruolo all’interno di una comunità d’intenti, deve tornare ad essere luogo deputato all’educazione ed alla formazione delle coscienze e non solo luogo deputato all’istruzione; tappa di valutazione tramite difficoltà sostenibili ma crescenti, in termini di formazione integrale che consenta pensiero critico, curiosità, creatività, civismo, formazione della personalità, capacità di inoltrarsi, tramite la ricerca, oltre i confini dell’ovvio..

Prima di passare alla fase delle proposte, non si potrebbe concludere la fase della diagnosi senza dedicare un momento di riflessione al tema della disabilità a Scuola. Difficile trovare le parole giuste per trattare questo enorme problema.

Se la Scuola impone al docente che voglia avere l’alunno al centro della propria missione certi gradi di impegno, di preparazione, di tecnica della docenza apprese grazie ad una preparazione dedicata ed alla fine tecniche di comunicazione, tutto ciò deve essere moltiplicato per mille, allorquando tra i propri alunni vi siano soggetti che propongano disabilità; preparazione, sensibilità e tratto umano, tecnica, disponibilità, dedizione testimoniate costantemente dovranno essere le basi per la costruzione di un rapporto che consenta all’alunno portatore di disabilità di trarre una risposta di senso alla domanda circa la propria presenza scolastica.

Altro tema al quale chi scrive vuol solo accennare per completezza, rimandando ad altrui contributi competenti considerazioni e proposte, non avendo chi scrive nel proprio bagaglio la capacità e l’esperienza per farle in questa sede, è quello del Bullismo scolastico, il contrasto al quale sempre più sta diventando esigenza educativa da affidare ad un corpo di docenti specializzati e formati alla bisogna.

Alcune Proposte.

La 1° proposta: indispensabile normare la fase della valutazione del personale docente, in ottica di risultati rispetto agli obiettivi prefissati ad inizio di anno scolastico, partendo da un ripristino\aggiornamento delle prove INVALSI; le prove INVALSI sono ineludibili perché potrebbe dare la misura attendibile della perdita di conoscenze e competenze subite dagli studenti italiani nell’anno scolastico 2020\2021; soltanto con il supporto delle valutazioni standardizzate che le prove INVALSI permettono, sarà possibile misurare obiettivamente, anche in Italia, il danno cognitivo subito da questa generazione di giovani a causa della pandemia, rilevare, discernere, riprogettare il risultato educativo fino ad allora conseguito; generalizzando la valutazione del dirigente; perseguendo la valutazione tramite questionari somministrati ai discenti e redatti dalle famiglie e dagli studenti.

La 2° Proposta: un urgente provvedimento di infrastrutturazione, sotto forma di manutenzione\integrazione di tutti gli immobili di asili nido e scuole previa emanazione d una normativa auto attuativa, emanata per la bisogna, capace di considerare tutti gli aspetti della questione ed avente eguale cogenza ed omogenei stanziamenti, parametrati alla dimensione, in tutto il territorio nazionale in ottica di perequazione fra territori; come pure, governare, in ottica di migliori strutture, efficacia ed efficienza tutto ciò che concerne la Scuola ed avviene nella prossimità delle scuole, dai mezzi di trasporto agli assembramenti nelle prossimità degli edifici scolastici..

La 3° Proposta: Si ritiene riprendere la ricetta di Francesco Giavazzi sulla Scuola; poiché maggiore produttività significa migliore capitale umano prima ancora che maggiore  capitale fisico, un progetto producente per la Scuola dovrebbe prevedere scuole sempre aperte tutto il giorno per gran parte dei giorni dell’anno affinché divengano la casa degli studenti; rigorose selezioni del personale docente affinché divenga capace di proporsi quale comunità educante, orientatrice e formatrice di persone e di coscienze, di cittadini europei consapevoli, capace di rafforzare e verificare le nuove competenze digitali, di utilizzare al meglio gli strumenti di apprendimento, i nuovi metodi di comunicazione, l’insegnare ad imparare, i rinnovati contenuti delle materie, costantemente aggiornate da esperti a questo formati; il tutto finalizzato al miglior inserimento dello studente di oggi nella Società del Domani, da consapevole cittadino europeo; infine che si chieda ed ottenga che a Scuola si parli una lingua comprensibile alla e condivisa dalla collettività degli utenti e non in un incomprensibile burocratese edulcorato.

Ci piace al riguardo riportare quanto scritto da mons Nunzio Galantino, il quale parlando della sciatteria del linguaggio, cita George Orwell: “Poiché i nostri pensieri sono fatui, la lingua diventa sgradevole e sciatta, ma la trascuratezza della lingua favorisce a sua volta la tendenza ad avere fatui pensieri.”

Allungare, rispetto all’attuale, il periodo scolastico dell’anno deve avere un senso non burocratico (completare il programma) ma un senso concreto, del tipo supportare, caso per caso, deficit di apprendimenti ed approfondimenti opportuni.

4° Proposta: Il ripensamento dalle fondamento della istruzione\formazione dei portatori delle disabilità in ogni momento dell’anno scolastico; dalle più importanti alle più lievi quali disagi psicologici, disturbi alimentari, ansie sono anche loro fenomeni necessitanti assistenza, dedizione e comprensione.

5° Proposta: l’accesso alla Scuola a cinque anni, l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino a diciotto anni. Contributo ad una riforma che “riconosca (l’orientamento, nota di chi scrive), la conoscenza, il sapere, l’istruzione come essenziale bene pubblico posto al centro dell’agenda politica nazionale; portiamo l’Italia sulla linea più avanzata dell’Europa, fondandola sulla conoscenza“ (Ricardo Franco Levi, Corriere della Sera, 24 Marzo 2021).

6° Proposta: sul tema “Riapertura della Scuola o didattica a distanza, INSIEME intende seguire le indicazioni degli scienziati e dei ricercatori sui segnali che i dati propongono, questo propone ai decisori e di questo ritiene opportuno dare testimonianza.

E’ condiviso tra i decisori che sia questo il progetto? Le nostre istituzioni sono preparate a guidare questo progetto? Se la risposta alla prima domanda fosse sì, bisognerebbe partire ora, con l’obiettivo di arrivare alla risposta positiva alle seconda domanda in un lasso di tempo ragionevole, con la consapevolezza che non ci sono arrivi senza partenze e che solo partendo ora, con le risorse disponibili ed in ottica di coesione nazionale e di riduzione delle diseguaglianze tra regioni, si potrà tentare di arrivare, in tempi preordinati, al risultato previsto, auspicabile, in ottica di Bene comune europeo.

INSIEME, in tutte le sue componenti, territoriali e culturali, in tutte le sedi in cui sarà chiamato ad esprimersi, cercherà di testimoniare valori, visione, proposte, capacità di Execution in spirito di verità e di futuro, in ottica di Bene comune con riferimento al bello, al bene, al giusto ed al vero.

Massimo Maniscalco

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