“Cara Costituzione. Sento proprio il bisogno di scriverti una lettera, anzitutto per ringraziarti di quello che rappresenti da tanto tempo per tutti noi”.

Così comincia una originale missiva inviata da un personaggio che vive nel nostro mondo, un cittadino come un altro, ma che allo stesso tempo può avere una visione distaccata, e quindi forse più penetrante sul nostro vivere civile e sui tanti problemi che ci affliggono. Si tratta del cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna dove è trasmigrato dopo una lunga presenza a Roma maturando una grande esperienza tra gli “ultimi”, ma a pochi passi dai palazzi dei “primi”.

Il cardinale ha sentito il bisogno di chiedere aiuto. Ha capito che tutti gli italiani ne hanno una stringente necessità, ma non sanno a chi rivolgersi. Giunge l’intuizione: scrivo alla Costituzione. E’ l’unica che può aiutare a ritrovare la via: “abbiamo bisogno di te per ricordare da dove veniamo e per scegliere da che parte andare” . Come dar torto al cardinal Zuppi?

Il cardinale scrive alla Costituzione, in realtà per scrivere  a tutti noi e ai responsabili della cosa pubblica. Vale proprio la pena di leggere questa sua particolare conversazione con quello che dobbiamo tenerci tra le cose più care.

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