Su queste pagine, qualche giorno fa, Rocco D’ Ambrosio prende in esame – richiamandosi al volume che Gustavo Zagrebelskj dedica al colloquio tra Gesù e Pilato – tre differenti declinazioni della democrazia (CLICCA QUI).
Ricorda, rifacendosi a Caifa, la democrazia “dogmatica”; la democrazia “scettica”, richiamando, appunto, Pilato ed, infine, la democrazia “critica”. Conclude così il suo bellissimo articolo: “Quando il nostro modo di concepire e vivere il potere e’ molto simile a quello di Caifa o di Pilato o del popolo sobillato, stiamo tradendo il Signore, stiamo tradendo la democrazia”.
Colpisce e costringe a riflettere questa corrispondenza, posta in termini cosi’ diretti e stringenti ed, evidentemente, biunivoca, tra democrazia e valori cristiani. Tradire il Signore, cioè smarrire lungo i sentieri tortuosi della storia i valori che, in uno con la fede, il cristianesimo offre ad ognuno, ci espone a quella frammentazione della “coesione sociale” e ad un impoverimento dell’ attitudine relazionale che connota la persona, tale da compromettere la stessa democrazia. E, a sua volta, insidiare la democrazia, minandone gli ordinamenti, vuol dire misconoscere la dignità della persona e ferire quella capacita’ di relazione che ne rappresenta l’anima.
Soprattutto in una fase storica che vede le democrazie in debito d’ossigeno, esposte, sotto diversi cieli, ad una difficoltà non contingente, ma strutturale e profonda. Quasi che la loro stessa legittimità ideale, il fondamento morale che le giustifica e le promuove si rivelassero – prima e ben più che non le stesse forme istituzionali secondo cui storicamente si sono affermate – ormai improprie, superate e non piu’ sostenibili, nella loro sostanza.
La “democrazia critica” – sostiene il prof. D’ Ambrosio – è quella di chi “non presuma di possedere la verità e la giustizia, ma neppure ne consideri insensata la ricerca”. In altri termini, la dimensione critica della democrazia evoca la persona e la sospinge oltre la soglia della singolarità individuale. Nasce dalla persona, verso persona conduce ed alla persona, infine, approda, arricchendo a dismisura la gamma delle relazioni che le danno forma, fino ad intessere l’orizzonte comune di un popolo.
Anche nel nostro Paese la democrazia si avvicina ad un bivio. E’ opportuno che, almeno su questo piano, i cattolici facciano prevalere la visione che li accomuna piuttosto che le appartenenza partitiche che li dividono. E’ arduo eppure doveroso e necessarioalmeno sperarlo.
Domenico Galbiati