I dati di sette milioni di canadesi, che vivono in uno dei paesi meno inquinati al mondo, sono stati combinati con i dati sull’inquinamento atmosferico registrati nel periodo che va dal 1981 al 2016, per verificare se piccole quantità di inquinamento siano comunque dannose.
La ricerca che ha fatto parte di una serie di studi grazie al finanziamento dall’Health Effects Institute degli Stati Uniti ha rivelato che la morte di circa ottomila persone all’anno è stata causata prematuramente dall’aver respirato aria inquinata e nonostante vivessero in parti del paese non eccessivamente oggetto di emissioni nell’atmosfera.
Gli altri due studi hanno avuto per oggetto 60 milioni di persone negli Stati Uniti e 27 milioni in Europa giungendo a conclusioni molto simili e che portano a ritenere impossibile la fissazione di un limite minimo sotto cui si è al riparo di ammalarsi, o di morire, a causa della qualità dell’aria che respiriamo.
Il mese scorso, uno studio realizzato nel Regno Unito ha dimostrato i collegamenti che ci sono tra l’inquinamento atmosferico e la demenza, mentre un altro condotto negli Stati Uniti ha evidenziato come l’asma possa essere sviluppata dagli esseri umani a causa delle emissioni provocate dalle auto.