La vicenda Cospito ha sicuramente la sua importanza, ma non certo fino a innescare una bagarre  in Parlamento come quella di ieri che ha avuto come principale protagonista il “meloniano” Giovanni Donzelli. Forse troppe eccessive responsabilità politiche ed istituzionali fanno scattare la lingua più del dovuto.

L’eccesso di passione finisce sempre per creare divisione. In questo caso, fino a far nascere il lecito dubbio che le cose si agitino … ma per altri fini. Per ricondurre tutto alla polemica politica, per fare i primi della classe? In ogni caso, con il tutto che fa risalire alla pochezza del dibattito tra i partiti e tra i loro esponenti. Tra l’altro, su una questione su cui sono tutti d’accordo, nel generale convincimento che l’autore di una gambizzazione non possa che stare in carcere.

Se il reciproco riconoscimento di questo generale convincimento fosse più chiaro, forse, servirebbe a precisare meglio ai gruppuscoli anarchici che seminano scompiglio quanto abbiano poco da ottenere con le loro farneticanti minacce e con il ricorso alla violenza nelle nostre strade.

In ogni caso, siamo costretti a chiederci se non si finisca sempre per praticare un eccesso di polemica politica una vera e propria “distrazione di massa”, come se i fatti di oggi meritassero le divisioni che a suo tempo agitarono il mondo politico italiano per il “caso Moro”.

Se poi tutto viene portato sul terreno della rissa si rischia di finire pure per fare qualche passo falso. Come quello rimproverato a Giovanni Donzelli, uno del “circolo magico” già formato e in servizio permanente effettivo attorno a Giorgia Meloni. E cioè di avere avuto accesso a carte riservate se non addirittura destinate a rimanere secretate. Ovviamente, non sapremo mai la verità, ma lo scambio d’accuse giunge nell’aula di Montecitorio al livello della sfida d’onore a colpi di sciabole. Fu la pratica seguita nel neonato Parlamento postunitario italiano. Quella che costò la vita nel marzo del 1898 a Felice Cavallotti il quale, visto che non esisteva ancora la querela, pare avesse fatto ben 32 duelli del genere in precedenza, in gran parte per questioni politiche e litigate parlamentari.

Onorevole Donzelli, ci raccomandiamo, se volesse riprendere quella pratica si premuri di scegliere la sfida “al primo sangue”, così alla prima sbucciatura il duello finisce.

 

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