Grazie alla migliore informazione, coincidente in buona parte con il servizio televisivo di Report, diretto magistralmente su RAI3 dall’ottimo Sigfrido Ranucci, è stato chiarito ed esplicitato tutto l’iter riguardante la prevenzione del corona-virus, SARS-COVID ’19, che ha mietuto, ad oggi, oltre 3 milioni di vittime al mondo. Si parte, come già sottolineato su queste pagine ( CLICCA QUI  e QUI ), dalla responsabilità dirigenziale del dottor  Guerra, attualmente direttore esecutivo dell’OMS, Organizzazione mondiale sanità, già dirigente di livello generale al Ministero della Salute. Egli aveva sottoscritto contrattualmente un solo e unico impegno professionale: studiare, approfondire e redigere il Piano nazionale di prevenzione delle epidemie. La qual cosa non risulta agli atti della Repubblica! Ed ironia della sorte … ce lo siamo ritrovato “diplomaticamente” inserito – da chi? – nel Comitato Tecnico scientifico Anti-Covid, quale “autorevole” rappresentante dell’OMS che, a mio avviso, dovrebbe esser rinominata OSSM, organizzazione sanitaria senza meriti …

E su quella omissione d’ufficio sta indagando la Procura della Repubblica di Bergamo, anch’essa ottima, iscrivendo il Guerra nel registro degli imputati per il reato di falso, avendo egli, più volte, dichiarato di aver prodotto il fantomatico piano anti-epidemia,  tra una consulenza e l’altra, ricevute come lauti incarichi extra-istituzionali da parte di generose società, multinazionali. E abbiamo fatto cenno anche alla responsabilità penale.

Orbene, si rifletta su ben altre responsabilità di carattere politico, del ministro pro tempore cui la relazione annuale sul piano di prevenzione sarebbe dovuta arrivare puntualmente per propria competenza, nel corso del triennio contrattuale, periodo durante il quale l’ex “collega” ha avuto l’onore di servire la nazione con un incarico di alto profilo e quindi l’onere di lavorare professionalmente e collaborare con scienza e coscienza. Probabilmente a seguito della riaffermazione della competenza governativa in materia di prevenzione e gestione di epidemie da parte della Corte costituzionale, come da disciplina del Titolo V della Costituzione, sussiste anche una diretta responsabilità del Ministero della Salute nei compiti di indirizzo, coordinamento e supervisione dell’attività delle distinte sanità regionali: anche su questo aspetto il ministro dovrà rispondere in modo articolato nelle aule parlamentari.

Altro tipo di responsabilità sorge in capo all’Ufficio di Controllo interno del Ministero, preposto istituzionalmente ad esaminare e ratificare i requisiti formali delle Relazioni dirigenziali nel rispetto degli obiettivi previsti dai singoli contratti tra la P.A. e il dirigente pubblico; per cui subentra anche un’eventuale responsabilità dell’organo di controllo contabile, alias la Corte dei Conti, che nel ns ordinamento statale è chiamata a riscontrare se ogni provvedimento amministrativo riveste i prescritti caratteri e contenuti legislativi e se il procedimento amministrativo di autorizzazione alla spesa è corretto sotto ogni aspetto.

Tale elencazione di varie forme di responsabilità ci conferma che il sistema amministrativo dello Stato appare perfetto, perché in teoria non è aggirabile, essendo tassativamente vincolante, con le sanzioni per i casi di inosservanza, compresi l’obbligo della trasparenza, della riservatezza ed il divieto di incompatibilità e “inconferibilità”.

Tuttavia, in realtà è ben riscontrato “a posteriori” (come nel caso eclatante di Guerra) che si tratta di vincoli e controlli che non garantiscono il risultato effettivo della prestazione professionale, quanto piuttosto l’aderenza formale al dettato normativo, sì che il procedimento amministrativo risulta corretto sotto il profilo formale e astratto, mentre si nascondono vizi sostanziali rilevanti a causa dell’esecuzione parziale o simulata da parte del dirigente poco coscienzioso.

Allora ci si chiede, in fin dei conti, come può un dirigente generale (una volta una vera “autorità statale”) che s’assume un livello di responsabilità così alto, come quello di curare l’elaborazione di un programma organizzativo a base scientifica per la prevenzione epidemiologica, moralmente affrontare una gogna così pesante di fronte ad una nazione, a migliaia e migliaia di vittime che si sarebbero potute salvare o quanto meno contenere! Ed una speciale categoria di martiri, definiti anche pleonasticamente “eroi”, è quella dei medici e paramedici, caduti nell’adempimento della loro “missione” sul campo di battaglia, fedeli al “giuramento d’Ippocrate” o semplicemente alla propria, profonda umanità  e senso etico del dovere.

Ora il Governo italiano sarà chiamato a darne conto in Parlamento a seguito della mozione di sfiducia presenta da un gruppo dell’opposizione, in quanto il popolo attende risposte serie, urgenti e adeguate alla gravità di una crisi, pandemica ed economica senza eguali con dati negativi da record in ambito europeo.

Infine, non possiamo sottacere le responsabilità decisionali dei vertici dell’UE nella gestione della fase post-emergenziale in virtù della sottoscrizione di contratti tutt’altro che favorevoli, se non capestro, con le maggiori industrie farmaceutiche, senza la previsione di condizioni di salvaguardia o sanzioni a loro carico in caso di inadempienza parziale o adempimento ritardatario.

Su tutti si stenda la mano pietosa e misericordiosa di Dio, mentre è arduo attendersi il perdono umano da parte dei comuni mortali, succubi dell’incuria, del pressapochismo, della brama di guadagno  e di cotanta irresponsabilità, sopra descritta.

Michele Marino

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