“Ricostruiamo la politica” è il titolo del bel libro edito dalla San Paolo di padre Francesco Occhetta, uno degli scrittori del collegio di “Civiltà cattolica”, studioso e attento osservatore della realtà politica, sociale ed economica, nazionale e internazionale. Il libro è dedicato a Bartolomeo Sorge, coraggioso e determinato direttore della rivista dei gesuiti tra i primi e più attenti a evidenziare la crisi ideale e morale della Democrazia cristiana. La prefazione è curata da Marta Cartabia vicepresidente della Corte costituzionale. Le sue parole sono come lo squillo di tromba: “Chi promette il mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; egli ignora la libertà umana”. La libertà umana è il filo conduttore della riflessione di Occhetta per ricostruire la politica.

“Ricostruiamo la politica” è un libro che mi permetto di suggerire a tutti gli amici di Politica insieme. Più che un saggio è un manuale per il buon politico, una guida da tenere sempre in tasca come un tempo chi viaggiava in treno teneva nella borsa l’orario ferroviario. E’ un libro che si legge in poche ore, le pagine scivolano via una dopo l’altra. La scrittura, forgiata sullo stile giornalistico, è lineare e scorrevole da rendere la lettura piacevole come un libro di narrativa. Tutto questo non deve far pensare che si tratti di un trattatello superficiale: anzi, uno di meriti più profondi dell’autore è quello di presentare temi complicati in maniera chiara e semplice, li approfondisce quanto basta per focalizzare l’argomento senza risultare né troppo lungo e pesante, né troppo breve e incompleto.

“Ricostruiamo la politica” è una guida per avere sottomano orari, stazioni e coincidenze per orientarsi nel tempo dei populismi e per arrivare a un impegno cristianamente ispirato. Non voglio tirare Occhetta per la giacca e fargli dire quello che non dice. Ma scorrendo riga dopo riga, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo l’autore prende sempre più le sembianze dell’allenatore di calcio che vede la propria squadra timida e chiusa in difesa, così comincia a spronarla: forza ragazzi, bisogna osare, bisogna alzare il baricentro, bisogna uscire allo scoperto, bisogna andare all’attacco. Non si va a segno se si resta sulla difensiva, così pure “non esistono soluzioni locali a problemi transnazionali”. Come dire: le scorciatoie non esistono, servono solo ad alimentare l’antipolitica che genera il populismo. E come per una squadra di calcio la qualità non è fatta dal modulo ma dai giocatori, Occhetta dice chiaramente che “i problemi vanno affrontati con classi dirigenti all’altezza”.

“Ricostruiamo la politica” è anche un messaggio per i cattolici a ricostruire un impegno politico: perché ogni battaglia ha il proprio campo di battaglia; perché bisogna farsi trovare all’appuntamento per svolgere un ruolo; perché è necessario uscire da una condizione di inferiorità culturale e avere la forza e il coraggio di alzare una bandiera saldamente piantata sui valori della  dottrina sociale della chiesa. Occhetta dice che “la vera sfida non è l’unità politica dei cristiani, ma come costruire l’unità nel pluralismo”. L’unità politica dei cristiani non è mai esistita né mai esisterà perché il cristianesimo non è un’ideologia. Neanche la Democrazia cristiana ha rappresentato l’unità politica dei cattolici: è stata una barriera, fondata sui valori del cattolicesimo democratico, a difesa della libertà e della democrazia contro due opposti estremismi che tendevano al loro abbattimento. Diversamente non si spiegherebbe perché in mezzo secolo di dominio Dc la società italiana si è fortemente scristianizzata né più né meno di altri paesi dove non c’era la Dc. Ma anche – e questa è l’unica obiezione che mi sento di fare all’autore – non esiste l’unità nel pluralismo. Espressione che si presta a più chiavi di lettura. Prima: alibi per il disimpegno. Seconda: l’esperienza dei cattolici (alcuni di elevata statura morale, culturale e politica) dispersi nei diversi partiti, come accaduto negli ultimi 25 anni, ha dimostrato che non contano nulla, anzi spesso sono usati come specchietto delle allodole per allargare il consenso elettorale del partito: poi, passata la festa, gabbato lo santo. Terza interpretazione: quale sia il pluralismo che deve convergere a unità oppure quale unità debba essere costruita sul pluralismo, finora non è mai stato spiegato. Se per pluralismo si intende l’articolato, complesso e variegato mondo cattolico impegnato nel sociale e in altri campi, si intende una cosa giusta ma che opera fuori dalla politica. Un partito cristianamente ispirato non è una federazione di associazioni o gruppi cattolici. Se invece per pluralismo si intende la ricchezza e diversità di traduzione politica del messaggio evangelico e della dottrina sociale, già questa giusta libertà di azione e di scelte nega l’esistenza di una unità. Del resto, su quali argomenti i cattolici che militano nel Pd dovrebbero trovare l’unità con quelli della Lega? Se esistono questi argomenti, perché non hanno perseguito l’unità? E certamente non si può aggirare il problema asserendo che i primi sono migliori dei secondi o viceversa.

Un partito politico cristianamente ispirato ha un senso se ha il coraggio di far uscire dalla condizione di minorità politica, culturale e morale la dottrina sociale della chiesa e articolarla, insieme ad altri insegnamenti della chiesa, come programma politico per partecipare al governo del Paese.

PS – Il libro è uscito qualche mese prima che si abbattesse la pandemia del Coronavirus. Potrebbe apparire superato, invece è ancora più attuale. Perché quello che ci attende nel post Coronavirus sarà un’altra Italia da ricostruire, un’altra Europa da ricostruire, un altro mondo da ricostruire. E ogni ricostruzione parte dalla macerie da rimuovere: Occhetta mostra gran parte di quelle macerie. Il libro offre, dunque, la base di partenza perché il “prima” non si cancella, sul quel “prima” si avvia la ricostruzione. Questo libro è ancora più una guida preziosa per i cattolici, soprattutto per quelli che sperano, oltre a quelli che vi stanno lavorando, affinché nella scena politica del post Coronavirus sia presente un partito cristianamente ispirato.

Luigi Ingegneri

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