In Sicilia ieri all’ARS è stata approvata una legge che abroga la legge n. 24/76 della formazione professionale e che fu ripresa a modello in campo nazionale, tuttora vigente su questa traccia.
Il PD su proposte di legge del Presidente della Commissione lavoro e istruzione, Luca Sammartino, di Italia Viva, ha presentato in aula la nuova legge sulla formazione professionale, che abroga la legge regionale 24/76, senza che vi sia un miglioramento su tale comparto, ma anzi provoca un peggioramento sui lavoratori della formazione in Sicilia.
L’assemblea regionale siciliana ha approvato la cancellazione di quella che fu nel lontano 1976 la più innovativa legge sulla formazione professionale che il governo nazionale copiò e resta ancora vigente, efficace e assolutamente non obsoleta. Ma oggi parte della politica ha definitivamente eliminato tutte le garanzie occupazionali, stando molto attenti a non nominare il contratto di lavoro di riferimento. Non si capisce come hanno avvicinato il mondo del lavoro alla formazione, non hanno valorizzato il mondo della piccola impresa artigianale ( tanto importante nella nostra regione) al sistema formativo. Non si è neanche elasticizzato il sistema dei finanziamenti per agevolare una sistema formativo di aggiornamento snello e agile importante per l’impresa.
In definitiva, a chi servirà questa riforma? Probabilmente solo a nuove assunzioni meno garantite con una gestione amministrativa meno controllata sempre più farraginosa. Ci stupisce che questa proposta di legge venga da quella sinistra che ancora porta la bandiera della difesa dei lavoratori e dei più deboli, dall’altra parte un governo che non è capace di produrre un altra proposta che si spinga verso l’innovazione. Per finire gli ex lavoratori della formazione professionale ricordano i comizi del presidente della regione che prometteva una soluzione definitiva di questa annosa vertenza alla quale pensano ora di aver messo fine.
Il problema è essenzialmente politico, perché i partiti sia di maggioranza che di minoranza hanno ideato un sistema che legalizzi il clientelismo con nuove assunzioni e nuovi Enti a discapito dei lavoratori storici della formazione. Sotto l’aspetto migliorativo e della ricerca di personale laureto si nasconde ancora di più la subdola idea di dare in mano agli Enti nuovi e Vecchi di potere assumere nuovi lavoratori. È un fatto increscioso, che danneggia molto la formazione professionale in Sicilia.
La vicenda ebbe inizio con il Governo Cuffaro e poi con il Governo Lombardo che hanno eliminato i fondi per la formazione di provenienza regionale, poi il Governo Crocetta addirittura la porta al macero, portando circa ottomila lavorati senza stipendio per quasi cinque anni. La nuova legge è pensata solo per creare nuovi posti di lavoro e clientelismo a discapito dei lavoratori storici del comparto.
Siamo di fronte alla farsa della politica che non curante della crisi economica e dei bisogni reali dei cittadini, approva una legge pensata nel palazzo per creare clientelismo e voti alle prossime elezioni regionali. Ma la cosa che ci meraviglia è come maggioranza ed opposizione siano d’accordo nell’approvazione della legge, certamente così ogni forza politica gestirà i propri Enti facendo assumere i loro amici e quindi dare occupazione, a discapito dei dipendenti storici di questo settore che non vengono più assunti e non percepiscono stipendio da cinque anni.
Questo tipo di politica è lontana dal nostro essere e dalla visione della società, perché la libertà di azione va tutelata e garantita a tutti senza ledere l’altrui diritto.
Una società formata come stato laico, non è conforme alla visione della laicità dello Stato, che è quello che il cattolicesimo politico condivide ed ha come modello di sviluppo, a difesa della dignità della persona.
Pensavamo che queste cose fossero già maturate nel ceto politico, mentre ci accorgiamo che ancora oggi è necessaria una presenza dei cattolici in politica, e dopo tutte le vicende che sono scaturite in questi ultimi anni, siamo più che convinti che ci vuole un nuovo soggetto politico, che possa esprimere il pensiero dei cattolici impegnati in politica ed attuare una Democrazia di servizio per il cittadino, sulle basi del popolarismo Sturziano.
Non è più rinviabile la nascita del soggetto politico, perché oggi siamo alla presenza di soggetti politici, che vanno alla ricerca solo del trasformismo, dell’opportunismo e degli interessi personali a discapito dei bisogni dei cittadini.
Per questo motivo facciamo un appello a tutti i cittadini disponibili che ci aiutino a creare il nuovo soggetto politico per tutelare con un serio programma la persona e la sua dignità, in piena osservanza delle leggi democratiche e della nostra Costituzione Repubblicana.
Domenico Cutrona