Le criptovalute sono letteralmente esplose. Il Bitcoin ha raggiunto per la prima volta il valore di 100 mila dollari statunitensi. La più famosa delle monete virtuali ha guadagnato oltre il 140% nel 2024 e, persino, il 48% dal giorno del risultato delle elezioni statunitensi.
E’ stato capito molto bene, infatti, il messaggio di che cosa significherà la Presidenza Trump, e del suo alleato Musk: via libera completa alla moneta elettronica. Basta con i rigori fissati dalla Securities and Exchange Commission dove Trump fa tornare Paul Atkins per sostituire quel Gary Gensler che ha messo in piedi troppe regole e troppi controlli allo sviluppo delle criptovalute.
Clamorosa, subito dopo il voto Usa, la crescita in poche ore anche della ricchezza di Elon Musk che, complessivamente, è aumentata di 26 miliardi di dollari. Tra cui quelli dovuti al balzo di Dogecoin, la criptovaluta per pagamenti istantanei da lui lanciata nel 2013 in concorrenza al Bitcoin. Cose che, ovviamente, rimandano alla critica domanda dei nostri tempi sui rapporti tra economia e politica e, quindi, sulla democrazia
Intanto, resta fitto il mistero su chi sia l’ideatore di questo sistema che elude i controlli delle banche centrali che, nell’era moderna, erano gli unici soggetti autorizzati a creare e ad emettere moneta. E neppure si conoscono molto bene gli sviluppi delle criptovalute all’interno di quel mondo oscuro legato alla criminalità organizzata che vive nel “deep” Internet. E’ fin dagli inizi della sua creazione che si sa come la moneta elettronica sia utilizzata sia per transazioni di cui non si vuole lasciare traccia, sia dagli hacker che vivono di ricatti informatici.
E’ di questi giorni la notizia della scoperta di una rete, che gli inquirenti pensano sia emanazione di ambienti russi, che ha utilizzato la moneta digitale per effettuare il riciclaggio di denaro da miliardi di dollari per conto di bande criminali operative in gran parte dell’Occidente.
Purtroppo, qualcuno vuole lasciare libero e senza freni questa inquietante realtà.