L’astensionismo elettorale, primo vero “partito”, si esibisce in un “crescendo rossiniano” davvero impressionante da non poco tempo, dimostrando almeno un paio di cose:

a) gli italiani tendono a semplificare ill proprio malessere ed una malcelata forma di protesta, rinunciando  a priori al fondamentale, primario diritto/dovere democratico, quello dell’elettorato attivo;

b) la politica italiana non riesce più ad attrarre, né tantomeno a convincere che è giusto, doveroso ed esercizio di un diritto civico andare a votare.

Ho già scritto in merito alla generale tendenza, tutta italica, a puntare su un personaggio delegandolo in toto alla gestione dei propri problemi quale “salvatore della patria”. E del resto, astenersi dal giudizio e dal fare non è altro che un comportamento degno di Ponzio Pilato …

Intanto s’è già detto, ripetutamente, della scadente qualità, culturale ed etica, della nostra classe dirigente, che quotidianamente scopriamo inadeguata ad affrontare sfide impegnative e serie per le future generazioni, portate spesso e volentieri ad emigrare in altre nazioni europee ed internazionali.

Ciò premesso, va additato al pubblico ludibrio anche il mondo dell’informazione – lasciamo stare quella, generalista/qualunquista su Internet – che oscilla tra le mezze verità, il detto e il non detto che ci propina la RAI (si pensi alla “beatificazione” di Zelenski o alla sub-informazione dei bambini che sono vittime delle guerre), ed ancora alla dis-informazione offertaci dal I quotidiano d’Italia, il CorSera che ieri ha riportato l’indignazione del maestro Riccardo Muti, un vero nazionalista, verso il “pubblico” presente al concerto nell’aula di Palazzo Madama, piuttosto che verso i “senatori” da lui stesso punzecchiati, come correttamente descritto da altri giornali.

La domanda che sorge legittima, dunque, è la seguente: chi ci aiuterà a garantire la libertà d’informazione e di manifestare il proprio  pensiero sancite dall’artico 21 della Costituzione? L’appello va rivolto, orbene, alla coscienza dei giornalisti professionisti, ai dirigenti RAI e Mediaset, all’Autorità garante delle comunicazioni, alla Commissione parlamentare di vigilanza RAI ed al Dipartimento Informazione editoria della Presidenza del Consiglio = premier Meloni o chi per lei! Ma anche agli insegnanti, pubblici e privati, e prima ancora ai genitori di questo, contraddittorio  e poco istruito Paese, in cui un terzo degli italiani non comprende quello che legge (rif. Recenti sondaggi demoscopici e sociologici). Si tratta, appunto, del fenomeno definito “analfabetismo funzionale”… al potere politico! E perciò non mi appello alla responsabilità dei nostri, beneamati politici di ogni ordine e grado perché complici di siffatto, miserevole andazzo – dicasi “tv spazzatura” – che è speculare a tanta incompetenza che si riscontra ordinariamente, alla scarsa passione istituzionale, alla eccessiva faziosità. Del resto, pragmaticamente parlando, è più facile o semplice raccogliere la maggioranza elettorale, “scomodando” poco più della metà degli aventi diritto al voto ed in fondo chi se ne frega … “va tutto bene, signora la marchesa”. E Buon Natale a tutti, specialmente a chi si ricorda, almeno in questo momento, dei più bisognosi.

Michele Marino

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