Ognuno fa quel che pensa piuttosto di quel che deve. Capita così che un funzionario della Asl Lecce gestisca procedure amministrative con un nome diverso e finisca sotto la lente della Procura e un altro, nella Asl Bari, vada dritto agli arresti con l’ipotesi di corruzione. E un altro ancora, deceduto poco più di un anno fa, sempre secondo i magistrati, usava i soldi dell’Agenzia regionale del turismo per il ristorante del figlio. Ciascuno prova ad arrangiarsi come può e la cronaca non perde occasione di aggiornarci sugli abusi dei pubblici funzionari. Pur attendendo gli eventuali esiti dei processi, una seria riflessione sullo stato dell’etica pubblica in Puglia andrebbe fatta.
In un Paese che ha problemi seri di sviluppo e non brilla per iniziative e slancio verso il futuro, può l’amministrazione pubblica permettersi anche un solo funzionario infedele? La Puglia negli ultimi dieci anni ha visto la fuga di circa 24 mila giovani preparati, di cui 1800 solo nel 2023. È solo mancanza di posti di lavoro o c’è un legame tra i fenomeni corruttivi e la fuga di cervelli? Basterebbero queste semplici domande per porre un’attenzione sulla qualità dell’etica pubblica. In realtà si continua ad accantonarla, la classe politica pugliese fa finta che non ci sia un problema, mentre sarebbe interesse di tutti prendere il toro per le corna. Ovviamente, questo richiederebbe ai politici un rigore assoluto in modo da non indurre mai un minimo dubbio sul proprio operato. Ai partiti, invece, imporrebbe una selezione attenta dei candidati da proporre agli elettori. Candidati scelti con criteri meritocratici, sulla base della preparazione e della capacità di analisi dei problemi, nonché dei profili etici. Sarebbe d’aiuto anche una legge elettorale che eviti liste di supporto in cui, esperienza insegna, si annidano comitati di affari.
Poi, però, occorrerebbe definire regole chiare e inequivocabili che stabiliscano contromisure immediate nei confronti di funzionari pubblici infedeli, senza dover aspettare l’intervento della magistratura o i tempi biblici di un eventuale processo. Sotto la lente dovrebbero essere posti quei settori dove maggiori sono gli interessi economici. La sanità in primis. Visti gli scandali, qui l’obiettivo dovrebbe essere puntato su figure di elevate qualità etiche e professionali, capaci di motivare il personale in contesti difficili e di promuovere atteggiamenti di fiducia nell’utenza, presupposto necessario per evitare atti di violenza. Tuttavia, siamo costretti a usare il condizionale. La concretezza dell’indicativo presente richiederebbe una forte volontà. Ma questa sembra difettare.
Pasquale Pellegrini
Pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno