Il servizio idrico italiano è caratterizzato da una gestione frammentata e inefficiente e da scarsa efficacia e capacità industriale dei soggetti attuatori nel settore idrico, soprattutto nel Mezzogiorno.. Nel Sud l’insufficiente presenza di gestori industriali e l’ampia quota di gestione in economia traccia un quadro del comparto idrico molto frammentato e complesso: i gestori sono 1.069, di cui 995 Comuni che gestiscono il servizio in economia (in particolare, 381 in Calabria, 233 in Sicilia, 178 in Campania, 134 in Molise).
Di fronte a questa situazione il PNRR ritiene non percorribile l’evoluzione autoctona del sistema senza un intervento centrale, finalizzato alla sua soluzione. favorendo la costituzione di operatori integrati, con l’obiettivo di realizzare economie di scala e garantire una gestione efficiente degli investimenti e delle operazioni e ridurre il divario esistente (water service ) tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno.
Anche in questo caso il PNRR pone un problema di asimmetria informativa perché non indica come realizzare questo soggetto unico gestore della rete idrica del Mezzogiorno e, soprattutto ,come finanziarlo. E’ questa la pregiudiziale da sciogliere perché il bilancio dello Stato e quello della UE non hanno disponibilità di fondi, e, per evitare le “Nozze con i Fichi Secchi”, è necessario verificare se sia possibile ricorrere al Debito Comune Europeo, ideato da Mario Draghi col suo Rapporto come unico spazio fiscale aggiuntivo per finanziare investimenti.
Le aziende partecipate dagli enti locali non sono in grado di accedere a questa risorsa finanziaria a causa di una strutturale improduttività alla quale lo Stato ha cercato invano di porre rimedio disponendone la liquidazione con il D.lgsl.175 del 167VIII72916 e successivi aggiornamenti Su 3000 ne sono state proposte in liquidazione solo 275,nonostante l’impegno unitario ottenuto da Antonio De Caro nelle due Assemblee Nazionali ANCI (Parma 2021 e Bergamo 2022) a respingere la spesa improduttiva, causa dell’elefantiasi del Debito Pubblico.
Nel 2024 l’avvenimento decisivo per il nostro problema è rappresentato dalla legge che, per preservare la natura pubblica dell’Acquedotto Pugliese, lo ha dichiarato “Società di rilevanza strategica per l’interesse nazionale”, autorizzandolo a gestire per altri 20 anni il servizio idrico integrato pugliese e a cedere ai comuni il il 20%) delle azioni, detenute al 100% dalla Regione Puglia.
Il rifiuto della spesa improduttiva è la caratteristica strutturale di AQP che, nel 2023, ha realizzato investimenti per 500 milioni (+60,8% rispetto al 2022), rivolti a migliorare costantemente il servizio offerto a più di 4 milioni di cittadini a ognuno dei quali ha destinato una quota di investimenti pari a 127 euro, ben oltre la media italiana e superiore anche alle migliori realtà europee. In particolare la destinazione degli utili a sostegno degli investimenti aumenta la capacità di autofinanziamento, destinata ad essere ulteriormente accresciuta dal conferimento. in regime di neutralità impositiva ,delle reti di distribuzione cittadine demaniali nel capitale sociale di A.Q.P., a seguito della cessione ai comuni del 20% delle azioni.
L’eccellenza di questa gestione industriale consente ad AQP di accedere al Debito Comune Europeo,regolamentato secondo la disciplina dei fondi PNRR contratti a debito con UE a costi particolarmente contenuti.per di piu da restituire dal 2028. Pertanto l’investimento in questione può essere realizzato perché gli eccellenti risultati gestionali dell’AQP assicurano la generazione, nei tre anni disponibili , dei flussi di cassa aggiuntivi , necessari per recuperare il contenuto costo del debito con l’UE.
Se a questa capacità si aggiunge anche quella di essere stata nel 2023 la migliore stazione appaltante del Sud , appare evidente che può diventare il Gestore Unico della rete idrica del Mezzogiorno per rimediare alla storica inefficienza del comparto idrico meridionale. Infine, la dimensione europea e la capacità di accedere al Debito Comune Europeo legittimano AQP a superare i confini nazionali per dare una risposta concreta all’appello,sino ad ora inascoltato, lanciato nel maggio 2024 dalla Commissione UE per la costruzione di un’Europa resiliente nel settore idrico entro il 2050.
In conclusione l’attribuzione della qualifica di “Società rilevante per la strategia nazionale “ non determinerà le solite delusioni del ricorso all’illusione finanziaria delle “Nozze con i fichi secchi”. Infatti AQP, potendo assicurare il livello di competitività europea, evita all’Italia di fare in sede UE la figura del cane che si morde la coda , risolve il problema di asimmetria del PNRR sul come realizzare il Gestore Unico della rete idrica del Mezzogiorno e porta in Europa con la Puglia anche l’Italia.
Antonio Troisi