L ‘Istat ha pubblicato, recentemente, il dato della crescita lorda del Pil ( Prodotto interno lordo ), nel terzo trimestre del 2024 , che è pari a +0,4%, rispetto all’anno precedente.
La Banca d’Italia ha, in questi giorni, formulato le sue previsioni sull’andamento dell’economia italiana: PIL uguale a + 0,5% nel 2024, a +0,8 nel 2025, a +1,1 nel 2026. Inoltre, per i consumi delle famiglie si prevede nessun incremento per il 2024, +1,0% per il 2025 e +0,9% per il 2026.
Queste previsioni vengono rettificate dalla stima dei prezzi al consumo: +1,1% nel 2024, +1,5 nel 2025, +1,5% nel 2026. Ciò significa che gli incrementi netti del Pil saranno molto vicini allo zero.
Quindi, altri dati: l’Associazione di categoria degli esercenti (Confesercenti), commentando il dato Istat sopra riportato, afferma che la previsione del Governo di una crescita di +0,5% del Pil appare un dato poco certo, con una probabile variazione in meno.
Inoltre, sempre secondo gli esercenti, l’attuale stato dell’arte presenta una situazione difficile dell’export e una dinamica debole dei consumi. Tutto ciò è aggravato dalle tensioni internazionali.
Non solo, ma va anche evidenziato che i dati dell’associazione Confesercenti per il 2023 indicano che il reddito medio disponibile delle famiglie dell’UE è superiore a quello delle famiglie italiane.
Alcuni dati settoriali: a novembre ’24 il mercato dell’auto, in Italia, è sceso del 10,8 %; l’industria italiana “ Airbus”, il 5/12/24 , ha annunciato licenziamenti pari a 2000 persone.
La “Federmeccanica/Confindustria” , che rappresenta imprese che esportano circa il 50% dell’export nazionale, mette in risalto un quadro di risultati delle aziende negativi su tutta la linea, (Newsletter Italia Informa, 13/12/4).
Secondo i dati OCSE , nel 2023, l’Italia è tra i paesi con i livelli più elevati di pressione fiscale: presenta un rapporto tra gettito fiscale e PIL uguale al 42,8%. La media OCSE è pari al 33,9%.
Dunque, sembra molto ottimistico poter dire, come dice la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che l’Italia ha ripreso a correre.
Ragionando al di là di una modesta propaganda partitica, siamo nel bel mezzo di una fase di cambiamento strutturale a livello globale. Soprattutto, dopo la fine dell’Unione Sovietica, il mercato, fondato quasi esclusivamente sul neo-liberismo, pareva destinato ad espandersi in continuazione ed essere dotato di capacità di autoregolamentazione tali da evitare le crisi sistemiche. Lo scenario era quello di una integrazione globale dei mercati per una autoalimentazione del modello neo-liberista.
Ci sono, ora, molti segnali di crisi sistemica riguardanti anche l’Italia: crescenti e diffuse disuguaglianze sociali, degrado ambientale globale, regimi illiberali. L’Occidente è in declino e diviso; le grandi potenze sono in competizione tra loro.
La prospettiva è nella forza della democrazia, che ha tutte le risorse per ridare vitalità al modello economico occidentale.
Roberto Pertile